CATANZARO - Un richiamo alla politica affinchè si assuma le proprie responsabilità. E' l'estremo appello di un centro per la cura dei malati di tumore che attende solo il de profundis. Ieri nuova lettera dei vertici della Fondazione Campanella alla Giunta regionale ed anche alla deputazione calabrese.

La lettera. "Alla vigilia dell'incontro innanzi al notaio dei soci fondatori della Fondazione nella quale dovra' decidersi se mettere in liquidazione l'ente e nell'imminenza della seduta di Giunta che dovra' trattare dell'argomento - scrivono il presidente Paolo Falzea ed il direttore generale Mario Martina - ci sia consentito fornire argomenti utili per le decisioni che si andranno ad assumere. La liquidazione della Fondazione e' conseguenza della violazione da parte della Regione Calabria degli obblighi statutari (in particolare, dell'omesso versamento del fondo di dotazione iniziale e del contributo annuo misura stabilita dallo Statuto e reputata necessaria e indispensabile dai soci fondatori a garantire il funzionamento del Centro Oncologico) che ha determinato una crisi economico-finanziaria di entita' tale da non consentire piu' il perseguimento dello scopo sociale. Questa situazione ha costretto la Fondazione a convenire in giudizio innanzi al Tribunale di Catanzaro la Regione Calabria per ottenere il pagamento di quanto dovuto; la Regione Calabria, in persona del suo Presidente, ha ripetutamente assunto - anche alla presenza di Sua Eccellenza il Prefetto di Catanzaro - l'impegno di ripianare l'esposizione debitoria della Fondazione. I soci fondatori - si legge ancora nella lettera - si sono riuniti nello scorso mese di luglio e la Regione, nella persona della Presidente f.f., Dott.ssa Stasi, per scongiurare la liquidazione dell'Ente si e' impegnata a riconoscere una parte dei crediti della Fondazione (29 milioni di euro), da pagarsi in tre anni, a titolo di fondo di dotazione iniziale a fronte della rinunzia al giudizio; con detta transazione la Regione verserebbe in tre anni il fondo di dotazione che, come socio fondatore, secondo lo Statuto, avrebbe dovuto versare alla Fondazione nel 2004 come corrispettivo dell'impegno assunto dall'Universita', altro socio fondatore, di mettere a disposizione gratuitamente le strutture e tecnologie di Germaneto. Si tratta, dunque, di un tardivo adempimento di un obbligo assunto come socio che non coinvolge minimamente le prestazioni sanitarie rese dal Centro oncologico e, dunque, il Fondo sanitario e, dunque, il Dipartimento della Salute". Ma lo squillo di tromba non sembra abbia avuto alcun effetto. Considerato il momento vissuto dalla regione, tutto sembra scivolare alla classe dirigente calabrese. 

La posizione del commissario. Lo stesso Gen. Pezzi, Commissario alla Sanita', si e' detto pronto a fare la sua parte per "salvare" la Fondazione, ma ha sollecitato al tempo stesso la Regione a rispettare i patti assunti in ordine al ripianamento delle perdite: l'avv. Manna, Dirigente Generale del Dipartimento bilancio, con riferimento alla transazione ha richiesto alla Giunta e al Consiglio regionale di individuare la copertura finanziaria, trattandosi di determinazioni rimesse agli organi di indirizzo: la decisione se perfezionare la transazione salvando la Fondazione dalla liquidazione e' dunque politica. E' compito della Giunta regionale, infatti, se vuole raggiungere questo scopo, individuare i capitoli di bilancio ai quali attingere le risorse necessarie nel triennio e proporre un progetto di legge di variazione di bilancio al Consiglio regionale, che ha gia' sollecitato la Giunta in questo senso. Il mancato perfezionamento della transazione avra' molteplici effetti negativi: rendera' nell'immediato inevitabile la messa in liquidazione della Fondazione e la chiusura del Centro Oncologico che la Regione Calabria con la legge regionale 17 del 2014 dell'agosto di quest'anno ha individuato come la struttura idonea ad assumere il ruolo di Centro oncologico di riferimento regionale ed a richiedere, compatibilmente con la programmazione sanitaria regionale, il riconoscimento in Istituto di Ricovero e Cura di Carattere Scientifico privato con indirizzo oncologico; rendera' possibile ai creditori chiedere il fallimento della Fondazione con tutte le conseguenze negative che un coinvolgimento in una procedura fallimentare potra' avere per la Regione; fara' correre il rischio alla Regione - conclude la lettera firmata da Falzea e Martina - di essere condannata dal Tribunale di Catanzaro a pagare somme di gran lunga maggiori di quelle di cui alla transazione stessa, con indubbi riflessi anche in ordine alla responsabilita' contabile di chi avra' determinato tale effetto".