139,91 euro è la quota giornaliera che le residenze sanitarie assistenziali private, ma accreditate al servizio sanitario regionale, percepiscono per ogni paziente ricoverato. Ed è la somma che anche la rsa Sant'Anna di Botricello riceve dall'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. 139,91 euro per ciascun ospite accolto nella struttura privata che, operando per conto del sistema pubblico, è chiamata anche a soddisfare determinati requisiti, pena la perdita dell'accreditamento.

 

I requisiti che mancano

Ed è in soldoni quello che stava per accadere alla struttura privata di Botricello, gestita dalla fondazione Ualsi che annovera ben sei strutture accreditate o autorizzate dalla Regione Calabria. E quindi retribuite con denaro pubblico o, ancor meglio, dei calabresi contribuenti. Di posti accreditati la rsa Sant'Anna ne ha 36 dedicati all'ospitalità per anziani e 18 per disabili, proprio questi ultimi colpiti lo scorso 12 novembre da un focolaio epidemico.

 

Il focolaio nella rsa

Il bilancio è di 16 ospiti contagiati e 8 tra personale medico e infermieristico, 24 in totale secondo quanto riportato anche dal bollettino diramato quotidianamente dal Comune di Botricello. Ma non sono le condizioni cliniche dei pazienti ad aver destato la preoccupazione dell'Asp nell'ultimo scorcio di novembre, quando le comunicazioni tra l'azienda sanitaria e la struttura privata si intensificano massiciamente. È bensì la carenza di personale, in parte falcidiato dal Covid, in parte in fuga verso lidi più sereni e in parte dichiarato in malattia. Requisito, quello del personale, utile al mantenimento dell'accreditamento.

 

L'Asp in soccorso

Ed è tra il 24 e il 25 novembre che l'Asp inizia ad inviare personale in soccorso della struttura privata, infermieri in particolare, che come confermerà lo stesso presidente della fondazione Ualsi, Alfonso Velonà, ai microfoni di LaC si fatica a trovare. «Sono gli infermieri che mancano» spiega il responsabile della rsa ed è questa la ragione per cui l'azienda sanitaria invia più contingente di personale per garantire la turnazione ai pochi rimasti in servizio e costretti a doppi turni per coprire le carenze di organico

 

Il trasferimento dei pazienti

Ma è dal 27 di novembre fino al 29 che la situazione rischia di precipitare per la residenza sanitaria assistenziale. L'azienda sanitaria provinciale in quei giorni si prepara, infatti, ad individuare una nuova struttura all'interno della quale trasferire i 16 pazienti affetti da Covid 19, a cui evidentemente non si riescono più a garantire adeguate cure. Decisamente, una iattura per chi, privato accreditato, percepisce il rimborso giornaliero sulla base del numero dei pazienti ricoverati: 139,91 euro ad ospite. Ma nel trasferimento il rischio più alto per la rsa è quello di perdere per strada anche l'accreditamento. 

 

In servizio il personale in malattia

Pochi giorni e il management imbocca immediatamente la giusta rotta. Il 30 novembre la residenza sanitaria assistenziale riesce ad integrare il personale mancante, in parte tramite assunzione diretta di personale, in parte attraverso il richiamo in servizio di quello dichiarato in malattia. La struttura si affretta anche a chiarire che il reclutamento del nuovo personale ha consentito il riequilibrio gestionale e organizzativo, utile proprio ai fini del mantenimento dell'accreditamento e, quindi, anche del versamento delle rette giornaliere del valore di 139,91 euro ad ospite.