Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Il gup del Tribunale di Catanzaro ha assolto quattro degli otto imputati giudicati con rito abbreviato e ha dichiarato il non luogo a procedere per tre delle quattro persone che hanno seguito la normale udienza preliminare nell’ambito di presunte violazioni commesse in Fincalabra e relative al personale reclutato con valutazione dei curricula sospetti, candidati assunti in base a percorsi risultati non coerenti. L’unico rinviato a giudizio è stato Umberto De Rose ex presidente della società in house della Regione Calabria, a carico del quale sono comunque cadute l’ accusa di minaccia e una sola delle due ipotesi di abuso di ufficio che gli sono state contestate. Il processo a suo carico di De Rose inizierà il prossimo 10 dicembre. Non ha retto il castello accusatorio formulato dalla Procura che aveva chiesto un anno di carcere ciascuno per i 4 che hanno optato per il rito alternativo. Si tratta di Giuseppe Frisini 44 anni, Vincenzo Ruberto 48 anni, Antonio Idone 63 anni e Giuseppe Lelio Petronio 77 anni. Il pubblico ministero Fabiana Rapino aveva inoltre invocato il rinvio a giudizio oltre che per De Rose anche per i membri del cda di Fincalabra e della commissione esaminatrice: Sergio Campone 63 anni, Leonardo Molinari 43 anni e Flavio Talarico 49 anni. L’inchiesta su Fincalabra è scattata in seguito all’esposto del presidente della Commissione di vigilanza e controllo Aurelio Chizzoniti, che chiedeva alla Procura di verificare se Fincalabra aveva provveduto al reclutamento del personale e al conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi di trasparenza e imparzialità e se vi fosse stato il corretto iter delle procedure selettive, accertando che in quei bandi selettivi sarebbero stati esclusi candidati che avevano diritto di entrare in graduatoria a tutto vantaggio di coloro che in qualche modo e non in base ai meriti, sarebbero stati ripescati senza possedere i requisiti richiesti. Le indagini della Guardia di finanza poi si allargò a macchia d’olio e la Procura del capoluogo acquisì dalla magistratura cosentina la registrazione della telefonata chock tra l’editore Alfredo Citrigno e lo stampatore dell’Ora De Rose, in cui quest’ultimo con l’ormai proverbiale “dicci a stu regulu ma caccia sta cazz’i notizia”, “consigliava” all’editore di non far pubblicare una notizia scomoda sul figlio del senatore Gentile, Andrea, riguardante l’Asp di Cosenza. Notizia che uscì un giorno dopo, per un “provvidenziale” blocco alla rotativa avvenuto il 19 febbraio scorso. La Procura cosentina aveva iscritto nel registro degli indagati sia De Rose che Andrea Gentile per violenza privata, il primo è finito sotto processo, la posizione del secondo invece è stata archiviata. Nel collegio difensivo compaiono i nomi dei legali Gregorio Viscomi, Francesco Iacopino, Crescenzio Santuori, Giovanni Canino e l’avvocato Franco Sammarco.
Gabriella Passariello