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Ci sono volute quasi cinque ore prima che i vigili del fuoco riuscissero ad avere ragione dell’incendio divampato in un vetusto stabile del centro storico di Cosenza affacciato lungo corso Telesio, proprio davanti alla Cattedrale. Le fiamme non hanno dato scampo ai tre occupanti, due uomini e una donna, trovati carbonizzati all’interno dell’appartamento in cui risiedevano al terzo piano. Per accertare la loro identità sarà necessario attendere i rilievi del medico legale, ma con ogni probabilità si tratta proprio delle tre persone che da anni avevano occupato questo alloggio: Antonio e Roberto Noce e Serafina Speranza.
Le grida di aiuto prima di essere travolti dalle fiamme
Secondo alcuni testimoni, si sarebbero affacciate al balcone chiedendo aiuto, urla disperate prima che la tragedia si consumasse. Immediati i soccorsi con l’arrivo tempestivo dei vigili del fuoco, nonostante diverse squadre fossero impegnate a Rende, nella zona di Via Majorana, per un altro vasto incendio scoppiato nei pressi di alcune abitazioni.
Sul posto anche i sanitari del 118, la polizia di stato e la polizia municipale. Interdetto il traffico sulla principale arteria della città vecchia. Una densa nuvola di fumo ha invaso i quartieri circostanti mentre le fiamme, alimentate dai solai in legno e dalla tappezzeria affissa alle pareti, hanno in breve tempo divorato i locali e messo a dura prova l’impegno dei pompieri.
In fumo un patrimonio culturale unico
Il rogo si è rapidamente allargato verso gli altri piani, come in un gigantesco camino, prima di propagarsi anche all’adiacente Palazzo Compagna. Lo storico edificio, subito evacuato, ospita la sede dell’editore Falco e la storica residenza Ruggi d’Aragona, dov’era custodito un patrimonio culturale unico, composto da manoscritti secolari, recentemente resi fruibili al pubblico. Lo stabile, risalente all’anno mille, costituiva la parte centrale del primo albergo diffuso del centro storico cosentino con otto posti letto, suddivisi in due suite. I locali della Residenza Ruggi d’Aragona sono utilizzati anche per l’organizzazione di eventi culturali e di spettacolo con la possibilità di visitare il museo privato unico nel suo genere, per la vastità delle opere e per le variegate epoche storiche a cui risalgono i vari oggetti custoditi: importanti quadri e fotografie delle più antiche famiglie nobiliari del territorio, testi originali del 1500, alcuni dei quali di Bernardino Telesio e Sertorio Quattromani. E poi anche mobili e piatti risalenti al 1400 e strumenti musicali. Si teme possano essere stati tutti distrutti dall'incendio. Anche se per quantificare i danni bisognerà attendere le prime luci del mattino.
Scosso il proprietario Roberto Bilotti: «Tragedia annunciata»
Il proprietario dello storico edificio, Roberto Bilotti, parla di tragedia annunciata: «Questo palazzo era una delle poche case rimaste intatte, con tutti i suoi arredi. Di recente avevamo deciso di aprirla al pubblico per consentirne la fruizione. Ospitava una biblioteca con migliaia di volumi, pergamene, manoscritti, tutti relativi alla storia di Cosenza. E’ andato in fumo mezzo millennio di storia della città. Purtroppo questo disastro era prevedibile. L’appartamento di sotto infatti, da moltissimi anni, almeno sette, era occupato da una famiglia di abusivi che già in passato aveva acceso dei fuochi all’interno dell’appartamento. Esistono numerose informative dei carabinieri. Un pericolo più volte denunciato anche alla Procura della Repubblica».
Operazioni di spegnimento complicate dalla carenza di acqua
Secondo quanto si è appreso, questo nucleo familiare, estremamente disagiato, era seguito anche dai servizi sociali. In serata è giunta la vicesindaca Jole Santelli per una verifica della situazione. A complicare le operazioni di spegnimento anche la carenza di acqua. In prossimità del luogo dell’incendio infatti, vi è un allaccio per gli idranti dei pompieri, ma era privo della pressione necessaria. Per questo è stato necessario un continuo via vai di automezzi per i rifornimenti, in parte garantiti anche dai residenti degli edifici circostanti.
Le presunte vittime erano già note alle forze dell'ordine
Le tre vittime, se verrà confermata la loro identità, in passato erano state sottoposte a trattamenti sanitari obbligatori e polizia e carabinieri erano già intervenuti in quella strada per liti e risse provocate dall'alcol.
Salvatore Bruno