La sentenza emessa dal gup del tribunale di Reggio Calabria che ha esclusa per tutti gli imputati l’aggravante mafiosa
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Sei condanne e tre assoluzioni. Si è concluso il processo Defender nato da un'inchiesta della Squadra mobile di Reggio Calabria contro i fiancheggiatori del boss di San Luca ed ex latitante Giuseppe Pelle, detto Gambazza.
La sentenza è stata emessa oggi dal gup di Reggio Calabria Vincenzo Quaranta che ha escluso per tutti gli imputati l'aggravante mafiosa. Con il rito abbreviato è stata condannata a 2 anni di carcere la moglie di Pelle, Marianna Barbaro, che, stando alle indagini, incontrava periodicamente il marito durante la sua latitanza.
Marianna Barbaro è la figlia di un altro boss, Francesco Barbaro, morto nel 2018 mentre scontava una condanna all'ergastolo. Sono stati condannati anche il genero Giuseppe Barbaro (2 anni e 10 giorni di reclusione), il figlio Francesco Pelle (2 anni e 5 mesi), il nipote Antonio Pelle classe 1987 (2 anni e 8 mesi).
Il gup Quaranta ha giudicato colpevoli, infine, anche Giuseppe Morabito (2 anni e 3 mesi di carcere) e Girolamo Romeo (2 anni) accusati di aver messo a disposizione l'immobile di Condofuri dove Pelle ha trascorso la latitanza e dove è stato catturato nell'aprile 2018.
La sorella di Romeo, Domenica, è stata invece assolta con la formula per non aver commesso il fatto. Sono stati assolti, infine, anche la figlia e il fratello dell'ex latitante, Elisa e Salvatore Pelle.