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Svolta nelle indagini sull'omicidio dell’avvocato Francesco Pagliuso freddato a colpi di pistola la sera del 9 agosto 2016 davanti alla sua abitazione di Lamezia Terme. Individuato il responsabile. Si tratta di Marco Gallo, 32enne, già detenuto e tratto in arresto lo scorso 31 luglio a Falerna per l'omicidio di Gregorio Mezzatesta, 54 anni, dipendente delle Ferrovie della Calabria freddato in pieno giorno lo scorso 24 giugno all'interno della sua automobile a Catanzaro.
Il delitto Pagliuso
Il giovane e noto avvocato penalista di Lamezia Terme, Francesco Pagliuso, 43 anni, fu freddato la sera del 9 agosto 2016 da due colpi di pistola, alla testa e al collo, che lo uccisero sul colpo mentre stava uscendo dalla sua auto nel giardino della propria casa in via Marconi. Il killer lo ha aspettato nell'ombra nel cortile di casa, ritagliandosi un foro nella rete di recinzione, lo ha atteso e gli ha sparato. Fu un delitto che scosse l'intera comunità lametina che a gran voce chiedeva verità e giustizia. Oggi l'arresto dell'assassino.
Il sospetto degli investigatori é che Gallo, ufficialmente titolare di una società di consulenze, sia stato in realtà un killer a pagamento, al servizio di alcune cosche della 'ndrangheta per l'esecuzione di omicidi. Il delitto si inquadra nei contrasti tra la famiglia Mezzatesta e la famiglia Scalise. Marco Gallo avrebbe ucciso Pagliuso per volere di quest'ultima perché ritenuto vicino ai Mezzatesta
Le indagini che hanno portato all'identificazione dell'assassino sono state condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Catanzaro, guidati dal tenente colonnello Alceo Greco, e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo.
L'omicidio Berlingieri
Sempre Gallo è accusato del delitto del fruttivendolo di etnia rom Francesco Berlingieri, 57 anni, e del ferimento del nipote minore Pio Paolo Berlingieri, avvenuti a Lamezia Terme il 19 gennaio 2017. Insieme a lui, il 17 ottobre, è stata fermata ed arrestata anche la moglie,Federica Guerrise, infermiera lametina, ritenuta corresponsabile dell’omicidio. In particolare, l’uomo sarebbe stato l’esecutore materiale che, a bordo di una moto, avrebbe esploso i colpi di pistola mentre la donna, dopo averlo accompagnato in ripetuti appostamenti nei giorni precedenti, avrebbe svolto il ruolo di specchietto, indicando il momento in cui la vittima era rientrato nel suo negozio.