In auto Domenico Scozzafava e Paolo De Sole intercettati dai carabinieri del nucleo operativo di Catanzaro. Le conversazioni acquisite agli atti dell'inchiesta. Alcune interrotte da omissis che farebbero riferimento a un altro noto politico del capoluogo
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«A Scandale 50 voti e a Capo Rizzuto un'altra..», «un centinaio li prende pure». Si iniziava a far di conto già alla vigilia delle elezioni regionali del 2014.
Era il 22 novembre, il giorno successivo i calabresi sarebbero stati chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente della Giunta regionale e per rinnovare il Consiglio, e in una Ford Kuga parcheggiata in viale Europa a Germaneto, alla piazzola del distributore di benzina, in due si affaccendano in operazioni algebriche. I carabinieri del nucleo operativo del comando provinciale di Catanzaro, intanto, registrano le conversazioni, finite oggi agli atti dell'inchiesta Farmabusiness.
L'antennista e l'esperto di farmaceutica
Nell'auto in sosta vi sono Domenico Scozzafava e Paolo De Sole. Il primo, 39enne catanzarese, descritto dagli inquirenti come dotato di una «smisurata ambizione» che lo aveva condotto sin dentro la tavernetta della famiglia Grande Aracri, a loro totale disposizione e contemporaneamente garante degli aiuti dell'assessore regionale, Domenico Tallini, nella realizzazione dell'affare farmaci. Il secondo, Paolo De Sole, romano, 46 anni, con un passato da professionista nel settore farmaceutico, legale rappresentante di Farma Italia ma ritenuto amministratore occulto della società e a totale disposizione della cosca Grande Aracri.
Tallini è nervoso
Sono le 16:10 e i due sono intenti nel conteggio di voti, dimostrando così particolare interesse alle imminenti elezioni. «Lo vedi, queste liste! Nomi, cognomi» si lamenta Scozzafava e De Sole risponde: «Ieri l'ho visto». «È nervoso, è nervoso» prosegue ancora Scozzafava e l'altro ribatte: «No, nervoso no» e, invece, Scozzafava conferma: «È nervoso perchè si sa che non ce la farà. No lui» spiega al suo interlocutore dimostrando così anche ambizione politica. E oggetto della conversazione è, infatti, Domenico Tallini, assessore al Personale uscente e ricandidato alle elezioni regionali del novembre 2014.
«Come non ce la farà?» chiede spiegazioni a questo punto Paolo De Sole, «no, non ce la fa la destra - precisa Scozzafava -. Lui sì ma la destra sarà difficile». La conversazione tra i due prosegue allietata da proiezioni e sondaggi, prima che la trascrizione venga interrotta da un largo omissis quando si avvia includendo commenti su un altro noto politico catanzarese.
Mi sto tenendo basso
L'intercettazione dei militari dell'arma catanzarese prosegue qualche minuto dopo, alle 16.18, appunto con il conteggio dei voti. «A Scandale 50 voti - scandisce Paolo De Sole - e a Capo Rizzuto un'altra...», «un centinaio li prende pure» conferma Scozzafava. «Poi a Mesoraca - prosegue con la lista Paolo De Sole setacciando comune per comune il territorio crotonese -, a Mesoraca una trentina, su Crotone un centinaio. Ma mi sto tenendo basso, ma di più sicuramente perchè c'è..». E giù con l'elenco di farmacie, nomi e familiari. «E poi c'è a Cirò Marina un altro» continua ancora il professionista dai lunghi trascorsi nel settore farmaceutico. «A Vibo?» domanda Scozzafava. «A Vibo sono quaranta, l'azienda, poi ci sta quest'altro amico che mi ha detto tra i settanta e i cento e sono centosettanta». La conversazione questa volta viene interrotta da una telefonata, si sposta su un altro argomento e anche in questo caso viene coperta da omissis.
La messe di voti
Il calcolo si interrompe ma non la «messe di voti» così descritta nell'ordinanza vergata dal Gip del Tribunale di Catanzaro, Giulio De Gregorio, costata gli arresti domiciliari al dimissionario presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini, ma che gli ha garantito «il successo elettorale nel territorio crotonese».
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