Fa i complimenti a Gratteri e prende le distanze da Tallini, ma all’ennesima giravolta Matteo Salvini rischia di inciampare. Di certo, ha rischiato di farlo la “sua” Anna Mancuso, ex senatrice del Pdl adesso in forza alla Lega, che da via Bellerio hanno cercato a tutti i costi di collocare nel sottobosco regionale, per la gioia di alcuni e l’irritazione di altri anche all’interno della Lega. Originaria di Zagarise, Mancuso è finita nell’orbita di Domenico Tallini e del suo fido ambasciatore presso i Grande Aracri, Domenico Scozzafava, con i quali ha a lungo discusso di un megaprogetto proprio in ambito sanitario. 

 

L'idea è mettere in piedi un centro servizi con Rsa, centro congressi e albergo annessi. Ma non solo. Era l’estate del 2013 ed è lo stesso Scozzafava a raccontare, entusiasta, a Tallini «ha un bando grosso di 16 Milioni di Euro che vuole farlo qua, sul settore urbanistica che ... praticamente le piace un terreno qua e vuole fare un grosso centro per tutte le operazioni ... I malati, tutti dal nord portarli qua ... capito? Anche mi sa che è vice-sindaco a Monza». Tallini fiuta l’affare. «Tu dalle il numero di telefono mio ... ci sentiamo per telefono no? ... insieme magari ... - e poi fissiamo un appuntamento per vederci». Ed in effetti i due si parlano poco dopo, l’ex senatrice gli anticipa i dettagli del progetto che racconta come «qualcosa per il sociale»,  si accordano per vedersi «a parte poi mercoledì tardi. .. siamo qua ... perché vado a Zagarise nel primo pomeriggio che devo comprare le soppressate» ed evidentemente si intendono. «La "magnifica" presentazione del Tallini da parte dello Scozzafava aveva assai favorevolmente colpito i romani, i quali, in queste prime fasi, pressavano l'antennista catanzarese con i loro diversi progetti da presentare all’Assessore» appuntano gli inquirenti.


Fra i tanti c’è anche quello di un consorzio per la distribuzione di farmaci, che è esattamente il business finito al centro dell’inchiesta che oggi ha fatto finire ai domiciliari Tallini e in carcere Scozzafava. Del resto, fin dal principio, oltre al suo assessore di riferimento, l’antennista-faccendiere-grande elettore aveva passato subito l’informazione al clan dei Grande Aracri che nel tempo fa “proprio il progetto finanziandolo ed assumendone il governo” e lo controlla tramite l’avvocato di famiglia, Domenico, fratello del boss Nicolino.
Anche il giro dei professionisti però si allarga in fretta. Per mano del factotum di Mancuso, Walter Manfredi, da Roma arrivano anche il commercialista romano Paolo Del Sole, già operante nel settore farmaceutico, e il cugino di quest'ultimo Raffaele Sisca, residente a Crotone. I due finiscono per estromettere l’ex senatrice dall’affare, nonostante Scozzafava faccia di tutto per impedirlo. Saranno loro a costruire insieme ai Grande Aracri e con il concreto apporto di Scozzafava e Tallini, quell’impero farmaceutico che ha finito per consorziare farmacie fra Calabria, Puglia ed Emilia Romagna. E sono loro oggi ad essere finiti ai domiciliari.