Autorizzato dalla Procura, Corasoniti ha fatto accesso nell'appartamento devastato dalle fiamme. Tra i detriti recuperati i frammenti di collanine e braccialetti dei figli morti: «Ora voglio sapere cosa è successo» (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Solo macerie, sembra che abbiano lanciato una bomba». Così descrive quel che resta dell’appartamento distrutto dal rogo scoppiato la notte tra il 21 e il 22 ottobre scorso in cui hanno perso la vita i suoi tre figli. Vitaliano Corasoniti nella mattinata di ieri ha fatto accesso nella sua abitazione di via Caduti 16 marzo, autorizzato dalla Procura di Catanzaro ad entrare per prelevare i pochi effetti personali risparmiati dalle fiamme divampate quella notte.
Ha dovuto scavare tra i detriti depositati sul pavimento per poter ritrovare qualche frammento delle collanine e dei braccialetti dei tre figli «che non ci sono più» racconta. «Non è rimasto più nulla, neanche le pareti. Ma ho chiesto di poter entrare anche per vedere con i miei occhi e capire cos’è successo quella notte» - aggiunge. In casa non ci sono più porte, né mobili. Sul pavimento solo macerie.
Catanzaro | Persero tre figli nell’incendio della loro casa, via gli abusivi che avevano occupato il nuovo alloggio della famiglia Carasoniti
Sarà la perizia affidata dalla Procura al docente dell’Unical, Daniele Minniti, a chiarire la natura e l’origine del rogo. I rilievi si sono concentrati sugli impianti elettrici, si ipotizza che l’incendio possa essersi originato dal soggiorno. La famiglia al momento risiede in un appartamento messo a disposizione da Fondazione Città Solidale in attesa che il Comune di Catanzaro consegni l’alloggio di edilizia popolare.
Una condizione di estremo disagio patito soprattutto dai due figli minori, testimoni assieme ai due genitori della tragedia. La bimba di 10 anni, che ha riportato gravi ustioni su circa il 50% del corpo, non ha più ripreso le lezioni. La famiglia ha espressamente richiesto l’attivazione dell’istruzione a domicilio, ma la procedura non è mai stata avviata a causa dell’assenza di un certificato ospedaliero. «Mi ritrovo da solo ad assistere i miei familiari» racconta Vitaliano che chiede di «sapere cos’è successo».