Nonostante a Vibo Valentia le cose siano migliorate tantissimo, resta il problema della stabilità: arrivano magistrati alla prima esperienza che dopo tre anni decidono di chiedere il trasferimento. Di stabilità e sedi disagiate ha parlato il procuratore Camillo Falvo nel corso del suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024.

«A Vibo le cose sono migliorate tantissimo dal punto di vista del penale – ha detto Falvo –. In Tribunale sono riusciti a portare a termine tanti processi: Rimpiazzo, Nemea, Rinascita Scott, Stammer, c’è ancora Costa Pulita. Il risultato è stato che, rispetto a qualche anno fa, la situazione è cambiata notevolmente. Tanto è vero che quella che era la provincia con il più alto tasso di crimini violenti in Italia, quest’anno non ha avuto nessun omicidio se non una lupara bianca. Non era mai successo. Viaggiavamo nell’ordine degli otto-nove omicidi all’anno e 15/20 tentati omicidi. Abbiamo avuto una lupara bianca e due tentati omicidi».

I problemi nel settore civile

«Ma se la situazione va bene nel penale, purtroppo lo stesso non possiamo dire nel civile. Il Tribunale di Vibo è risultato essere l’ultimo per i tempi di iscrizione dei procedimenti e noi il civile non ci possiamo permettere di lasciarlo indietro. Non ce lo possiamo permettere perché se noi non diamo una risposta di giustizia, quello che noi siamo riusciti a far uscire dalla porta, come consenso per la criminalità organizzata, lo facciamo rientrare dalla finestra. Perché il cittadino che non riesce a ottenere giustizia dall’autorità giudiziaria si rivolge al capo bastone di turno, al criminale di turno. E allora bisogna intervenire».

Leggi anche

Il procuratore Falvo si rivolge al membro del Csm Antonino Laganà: «Il problema degli organici va affrontato in modo diverso. Noi non vogliamo parlare, come ho detto già l’anno scorso, del Tribunale distrettuale per fare questi processi. Non si può accampare l’argomento del giudice naturale. Perché il giudice naturale, nei procedimenti di criminalità organizzata, già non c’è. Non c’è per il pubblico ministero, non c’è per il gip, non c’è per il Riesame. E quindi non capisco perché solo per il dibattimento ci deve essere il giudice naturale. È chiaro che se un Tribunale deve trattare tutti quei processi, qualcosa la deve trascurare».

«Assicurare stabilità»

«Il problema è che tra due mesi, perché adesso è uscito il bando dei trasferimenti, noi torneremo nella condizione di prima – afferma Falvo –. Quindi dobbiamo cercare di assicurare, non la copertura contingente degli organici, ma la stabilità. I ruoli del civile si possono affrontare con la stabilità. Faccio un esempio: i nuovi magistrati appena arrivati alla prima udienza hanno dovuto rinviare, per redistribuzione, di otto mesi i primi processi. Questo non è il modo di risolvere il problema».

Le sedi disagiate

«Dobbiamo affrontare il tema delle sedi disagiate. C’è un modo di stabilire le sedi disagiate del tutto particolare: si guarda ai numeri e alle statistiche e non al fenomeno. Bisogna guardare all’indice di ricambio. Se uffici come Vibo – a vale per Crotone, per Lamezia, per tanti uffici di questo Distretto – rimangono spesso scoperti – nessuno vuole venire, dopo tre anni vanno via – questo ci dice che è là che bisogna intervenire».
Gli incentivi economici consentirebbero, secondo Falvo, di fare venire qualche magistrato esperto che affianchi i novi arrivati. «E allora – aggiunge Falvo - perché non dare dei punteggi aggiuntivi, sempre, ai magistrati che lavorano in queste sedi». Alcune sedi sono disagiate sempre. Io ho quattro-cinque concorsi su sette magistrati: il primo concorso ha il punteggio aggiuntivo, il secondo no, il terzo sì, il quarto no. Se qualcuno ha la speranza di restare per cinque-sei anni, otto anni, avendo un numero di punti che gli consente di tornare a casa, forse ci sta otto anni a Vibo. Se non facciamo questo, dopo tre anni andranno via». E rivolgendosi un’ultima volta al consigliere del Csm: «Affrontate la tematica delle sedi disagiate per fare in modo che i colleghi restino»