Sei condanne a conclusione del processo con rito abbreviato denominato "Capitastrum" contro un gruppo criminale di Roccabernarda accusato di una serie di abusi messi in atto contro proprietari di terreni, vittime anche di minacce e percosse, allo scopo di sottrarre loro le proprietà. Lo ha deciso il gup distrettuale di Catanzaro, Maria Cristina Flesca.

Gli imputati del processo erano Antonio Santo Bagnato, considerato il capo del gruppo criminale, condannato 18 anni e 8 mesi; Stefania Aprigliano (7 anni e 8 mesi); Giuseppe Bagnato (7 anni e 4 mesi); Domenica Le Rose (un anno e 4 mesi); Domenico Colao (un anno e 6 mesi) ed il collaboratore di giustizia Domenico Iaquinta (2 anni e 11 mesi). Gli imputati erano accusati di estorsione, tentata estorsione, danneggiamento, invasione di terreni o edifici, trasferimento fraudolento di valori e falsità ideologica e materiale commessa da privato in atto pubblico, reati tutti aggravati dal metodo mafioso.

Secondo l'accusa, il gruppo criminale, facendo leva sulla caratura criminale di Antonio Santo Bagnato, si appropriava dei terreni occupandoli e recintandoli, facendovi poi pascolare il proprio bestiame. E se il proprietario del fondo si ribellava e presentava denuncia ai carabinieri, veniva pedinato e intimidito. In alcuni casi componenti del gruppo si sono fatti nominare eredi della proprietà dei terreni attraverso falsi testamenti olografi. Numerosi, inoltre, i danneggiamenti di beni ai danni di chi chiedeva la restituzione dei terreni che gli erano stati sottratti con la prepotenza.