Sarà a tutti gli effetti un maxi processo quello che si aprirà davanti ai giudici del tribunale di Cosenza nell’aprile del 2020, con 142 imputati alla sbarra. Si tratta delle persone indagate nell’inchiesta relativa ai falsi precari dell’Azienda sanitaria provinciale. 133 di loro aspiravano ad essere stabilizzati nei ranghi dell’Ente, attraverso l’impiego di certificazioni contraffatte o retrodatate, utilizzate per attestare falsamente il possesso dei requisiti di legge propedeutici all’assunzione.

Si ipotizza una manovra politico-elettorale

Il reclutamento, promosso a pochi giorni dalle elezioni regionali del novembre 2014, era stato peraltro effettuato, secondo la Procura, in mancanza della necessaria copertura finanziaria. Tra le persone rinviate a giudizio dal Gup Manuela Gallo, ci sono Gianfranco Scarpelli, ex direttore generale dell’Asp di Cosenza; Luigi Palumbo, ex direttore sanitario; Antonio Perri, funzionario Asp e direttore del distretto Cosenza/Savuto; Pasquale Capicotto, funzionario della Regione Calabria e responsabile dei lavoratori Lsu /Lpu; Vincenzo Caserta, dirigente del Dipartimento Politiche Sociali della Regione Calabria. Rinviato a giudizio anche Francesco Mazza, sindacalista dell’Ugl ed elemento chiave del castello accusatorio. Secondo la tesi della Procura, corroborata dall’articolato lavoro investigativo condotto dalla Guardia di Finanza, la lista dei 133 precari da assumere sarebbe stata costruita a tavolino sulla base di convenienze politiche e di rapporti familiari. Si andrà in aula il 16 aprile.