Avrebbe procurato un danno alla pubblica amministrazione pari a 60mila euro prescrivendo piani terapeutici a pazienti che non ne avevano diritto e, in alcuni casi, che non avevano neppure mai fatto accesso all'ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Sono pesanti le accuse che vengono mosse dal sostituto procuratore, Chiara Bonfandini, nei confronti del direttore del dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, Fulvio Zullo. Truffa, abuso d'ufficio e falsità ideologica; il direttore dell'unità operativa avrebbe infatti redatto diagnosi non veritiere attestando patologie false per consentire ad alcune pazienti di accedere alla prescrizione gratuita dei farmaci.

 

Denaro sottratto al servizio sanitario

Dodici i piani terapeutici che contenevano diagnosi non veritiere; molti di più invece quelli sottoscritti in favore di pazienti che mai avevano fatto accesso nell'unità operativa: ben 94. In tal modo, secondo la ricostruzione della Procura, avrebbe procurato un ingiusto vantaggio alle assistite ma un corrispondente danno al servizio sanitario regionale quantificato in 60mila euro. L'ospedale invece non avrebbe incassato le somme a titolo di ticket sanitario: 1.954 euro.

 

Il dono dell'ubiquità

Ma non sono le sole contestazioni. Nella duplice veste di direttore del dipartimento di Ginecologia dell'ospedale e professore ordinario all'università Magna Grecia di Catanzaro era in grado di sottoscrivere atti pubblici e di essere contemporaneamente in due posti differenti. Ad esempio, in ateneo ad esaminare studenti e in ospedale ad operare. Sono almeno dieci i casi certificati nell'avviso di conclusione indagini notificato nei giorni scorsi agli indagati.

 

L'emorragia di pazienti verso Napoli

Stessa routine riprodotta anche per alcune pazienti in cura nel centro di proceazione medicalmente assistita diretto dalla responsabile, Roberta Venturella. Sono 281 i piani terapeutici redatti in vantaggio di 177 pazienti, acquisiti dall'ospedale Pugliese, ma poi inviati a Napoli per il trattamento. E, in particolare, in due studi medici privati riconduncibili direttamente a Fulvio Zullo, campano di origini. La clinica Mediterranea dove il professionista opera sin dal 2015 e la casa di cura Rueschi in cui Zullo detiene il 50% delle quote societarie.  

 

Camici bianchi indagati

Simili contestazioni sono state mosse nei confronti di altri medici in servizio nel reparto di Ginecologia: Roberto Noia, Andrea Gregorio Cosco, Menotti Pullano e Saverio Miceli. Il primo, dirigente di primo livello, risponde di abuso d'ufficio, falsità ideologica e truffa per aver sottoscritto piani terapeutici non veritieri per consentire alle pazienti di accedere gratuitamente alla prescrizione dei farmaci. Cosco, medico specialista, risponde invece di abuso d'ufficio e falsità ideologica poichè avrebbe sottoscritto piani terapeutici in favore di pazienti che mai avevano fatto accesso all'ospedale. Stesse accuse mosse anche a Menotti Pullano e Saverio Miceli che rispondono di abuso d'ufficio e falsità ideologica. 

 

Il collegio difensivo è composto da Danilo Iannello, Massimo Gimigliano, Amedeo Bianco, Antonio e Francesco Miceli.