Nel 2024 in Italia sono arrivati 12 milioni di pacchi di basso valore con prodotti che non rispettano gli standard europei sulla sicurezza. Nel mirino le grandi piattaforme cinesi di e-commerce
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L'anno scorso ogni giorno sono arrivati in Unione europea 12 milioni di pacchi, di piccolo valore (inferiore ai 22 euro), da acquisti fatti perlopiù (per il 91%) in Cina. Sommati, sono 4,17 miliardi di pacchi l'anno, il doppio rispetto al 2023 e il quadruplo rispetto al 2022. Molti di questi pacchi rappresentano – secondo le normi Ue – rischi per la salute o violazioni della proprietà intellettuale. Per queste ragioni, e non solo, la Commissione europea ha approvato una comunicazione per una stretta sul fenomeno.
«Sono pacchi di poco valore ma se sono quattro miliardi l'anno e facciamo un conto per dieci o venti euro ciascuno, è facile comprendere la portata», ha spiegato il commissario alla Protezione dei consumatori, Michael McGrath, in conferenza stampa. «Il 96% dei prodotti che arrivano attraverso queste piattaforme non è completamente in regola con le norme europee, anche per quanto riguarda la sicurezza. Pensiamo ad esempio a una bambola per bimbi che potrebbe avere piccoli parti che si staccano e possono essere ingoiati quali tragiche conseguenze potrebbe avere. Così come gli apparecchi elettrici non completamente isolati», ha evidenziato.
«Metà dei prodotti contraffatti sequestrati è stata acquistata online», ha aggiunto il commissario al Commercio, Maros Sefcovic. Non vengono fatti nomi ma gli occhi sono puntati ovviamente sui portali più noti, ma non solo. Uno degli obiettivi della nuova comunicazione è poter ritirare da queste piattaforme, e quindi dal mercato, i prodotti appunti che possono essere pericolosi per la salute.
L'esecutivo europeo vuole in particolare semplificare la procedura di controllo alla dogana (attualmente i piccoli pacchi, soggetti a 27 procedure di controllo diverse, hanno rappresentato il 97% dei check doganali di cui l'89% fatti da sei Stati membri). La Commissione invita Parlamento e Consiglio ad adottare rapidamente la proposta di eliminazione dell'esenzione doganale di 150 euro, già prevista nella riforma delle dogane, e di introdurre un trattamento tariffario semplificato per le spedizioni di basso valore.
Viene proposta inoltre una commissione di gestione non discriminatoria, pagabile dai rivenditori o dalle piattaforme, sugli articoli importati nell'Ue direttamente ai consumatori, per affrontare i costi crescenti della supervisione della conformità di miliardi di tali spedizioni alle norme dell'Ue. Dalla Commissione europea assicurano però che questa “tassa” «non verrà pagata dai clienti perché sarà compito dei venditori assolvere le pratiche doganali, al contrario di ciò che avviene ora».
Così come affermano che «non ci saranno impatti sulle tempistiche di consegna dei pacchi» nonostante la stretta sui controlli. L'esecutivo europeo annuncerà specifici controlli doganali coordinati nell'ambito di un'area di controllo prioritaria (Pca) insieme alle autorità doganali degli Stati membri, alla vigilanza del mercato e ad altre autorità competenti, concentrandosi specificamente sulle importazioni di e-commerce. Si concentrerà sui prodotti con significativi rischi per la sicurezza e rischio di non conformità, riunendo le autorità doganali e di vigilanza del mercato per raccogliere prove su tali prodotti. La stessa procedura era stata adottata durante la pandemia di Covid-19 per controllare le importazioni di mascherine.