Il rup dell'ufficio commissariale era accusato di falso ideologico e truffa aggravata, con l'ipotesi di aver favorito due società che avrebbero ricevuto mezzo milione di euro: per il giudice «il fatto non sussiste»
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Era stato imputato di falso ideologico aggravato e di truffa aggravata ai danni della presidenza del Consiglio dei ministri e dell’ufficio del commissario delegato per l’emergenza ambientale.
In particolare, secondo la prospettazione accusatoria, l’architetto Andrea Adelchi Ottaviano, nella sua qualità di rup dell’ufficio commissariale e, quindi, di pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, avrebbe predisposto falsi certificati di pagamento, in ordine al trattamento dei rifiuti nella discarica di Alli, al fine di favorire la società Slia prima ed Enerambiente poi, così permettendo alla ditta appaltatrice di conseguire – tra il 2006 e il 2008 – un ingiusto profitto pari a oltre mezzo milione di euro, con pari danno per le casse pubbliche.
Una vicenda che si è poi inserita in una indagine molto più complessa, tanto da essere accompagnata dalla determinazione della presidenza del Consiglio dei Ministri, della Regione Calabria, del Comune di Catanzaro e di svariate associazioni ambientaliste di costituirsi nel processo per chiedere il risarcimento dei danni per svariati milioni di euro prodotti da tanto, presunto, scempio.
Il processo due anni fa anno finiva in prescrizione ma non per l’architetto Andrea Adelchi Ottaviano che ha scelto di rinunciare alla prescrizione e assistito dal suo difensore di fiducia, l'avvocato Francesco Iacopino, di presentarsi davanti al giudice e di rinunciare alla prescrizione per continuare a difendersi nel merito.
Ha chiesto di essere sentito, di produrre documenti e l’esame di vari testimoni, in modo da consentire al Tribunale di avere una visione corretta e completa della realtà. Oggi, al termine dell’udienza, dopo due ore di camera di consiglio, il Tribunale di Catanzaro – giudice Beatrice Fogari – lo ha assolto da quella accusa con formula piena, perché il fatto non sussiste.
Al termine dell’udienza l’architetto Ottaviano ha dichiarato: «Sono soddisfatto che alla fine, dopo dieci anni, si è conclusa positivamente questa vicenda, che mi ha segnato nel profondo. Ringrazio il mio avvocato, Francesco Iacopino, per averci sempre creduto e per la professionalità dimostrata. Oggi voglio dedicare l’esito assolutorio alla mia famiglia, che mi è stata sempre vicino, con la quale desidero condividere la gioia di questo momento».