Misure alternative per tutti gli arrestati tranne che per il 44enne in servizio presso il municipio di Corigliano Rossano
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Misure cautelari in carcere tradotte in arresti domiciliari e chi era ai domiciliari rimesso in libertà. È l’orientamento di massima che ha assunto l’inchiesta White Collar sulle aste giudiziarie e sulla corruzione che ha visto coinvolti professionisti, imprenditori e dipendenti pubblici operanti lungo l’asse Sibaritide-Pollino. Dopo aver conosciuto la cella finiscono ai domiciliari: Giorgio Alfonso Le Pera, 49 anni; Carmine Placonà, 50 anni; Alfonso Cesare Petrone, 61 anni; Giovanni Romano, 54 anni; Carlo Cardile, 50 anni; Antonio Guarino, 55 anni. Il riesame ha inoltre annullato la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di Carlo Plastina, 67 anni, ex presidente dell’ordine dei commercialisti di Rossano.
Rimane dietro la sbarre invece Giuseppe Andrea Zangaro, 44 anni, dipendente del Comune di Corigliano-Rossano e distaccato presso l’ufficio del Giudice di pace di Corigliano. Secondo l’accusa l’uomo era il deus ex machina della presunta associazione a delinquere messa in piedi al fine di gestire affari d’oro mediante l’assunzione del patrimonio immobiliare. I reati contestati a vario titolo riguardano ipotesi di corruzione in atti giudiziari, turbativa d'asta e violazione del segreto d’ufficio. 32 sono invece i denunciati a piede libero.