Assolto dal tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte. Questa la decisione della Corte d’Assise d’Appello nei confronti di Giovanni Priolo. La decisione arriva a seguito dalla richiesta non solo del collegio difensivo composto dagli avvocati Nico D’Ascola e Domenico Infantino, ma anche a dopo la medesima richiesta da parte del sostituto procuratore generale Domenico Galletta.

 

Il processo a Priolo

Si tratta dell’appello bis del processo per il tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte, detto “Nuccio”. Il 14 marzo del 2018, infatti, la Corte di Cassazione aveva annullato la condanna a 10 anni di reclusione per Priolo, disponendo una nuova pronuncia da parte dei giudici di secondo grado. Il delitto tentato, secondo la Dda reggina, sarebbe da far rientrare in quella cornice dallo scontro più ampio fra le famiglie Priolo e Brandimarte. Fondamentale, nel secondo processo d’appello, la testimonianza della domestica di casa Priolo. La donna ha confermato che, all’ora del delitto, l’imputato si trovava in casa e quindi non poteva essere stato lui ad attentare alla vita di Brandimarte. Una testimonianza che, insieme ai rilievi che aveva mosso la Cassazione, ha spinto i giudici di piazza Castello ad assolvere Priolo, confermando quella che fu la decisione della Corte d’Assise in primo grado, poi ribaltata dalla decisione dei giudici d’Appello.

 

La faida Priolo-Brandimarte

Un delitto ritenuto l’anello di una catena di fatti di sangue verificatisi a Gioia Tauro. Una scia di sangue inaugurata con l’omicidio di Vincenzo Priolo, figlio di Giovanni. Per questo delitto è stato condannato in via definitiva Vincenzo Perri, legato da rapporti di parentela con i Brandimarte. Secondo l’impostazione accusatoria, l’agguato contro Giuseppe Brandimarte rappresentava la risposta dei Priolo all’omicidio del giovane Vincenzo. L’uomo, nonostante le molte ferite riportate, riuscì a scampare alla morte. Dopo pochi mesi, venne ucciso in pieno centro a Gioia Tauro Giuseppe Priolo, fratello di Giovanni. Gli inquirenti, però, non sono riusciti a dimostrare il collegamento tra i due fatti sangue. Infatti, sul processo per la morte di Giuseppe Priolo, nel quale erano imputati Davide Gentile, Antonio Brandimarte, Giuseppe Brandimarte e Vincenzo Brandimarte, sono stati assolti in via definitiva. Intanto, però, è stato incardinato un altro procedimento che rientrerebbe in quello scontro tra i Priolo e Brandimarte, quello per l’omicidio di Francesco Bagalà, ammazzato a Gioia Tauro la notte tra il 25 e il 26 dicembre 2012. Secondo l’accusa, Bagalà avrebbe fatto parte del commando che tentò di uccidere Giuseppe Brandimarte. Alla sbarra ci sono proprio Giuseppe Brandimarte, in qualità di mandante, e Alfonso Brandimarte e Davide Gentile come esecutori materiali.