VIDEO | Dopo il caso dell'ambulanza senza medico e apparecchiatura funzionante, il viaggio nella struttura dove il collasso dei servizi dell'emergenza è evidente: aspettando dopo 14 anni la posa della prima pietra per il nuovo nosocomio
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Il medico non c’era perché al Punto di primo intervento di Palmi i turni notturni non sono più coperti da quando il personale è stato destinato per consentire la riapertura del Pronto soccorso di Gioia Tauro. All’indomani dello scoppio del caso dell’ennesima ambulanza non medicalizzata, e con l’apparecchiatura guasta – partita alla volta di Seminara per soccorrere un malato che dopo 3 giorni morirà – consente nuove scoperte il “viaggio” nell’ex ospedale palmese. «Bisogna chiarire – afferma un medico – che un Ppi è diverso dal pronto soccorso, perché serve a trattare patologie non gravi in modo da decongestionare e limitare gli accessi negli ospedali».
Descrizione calzante di un sistema, quello delle “emergenze urgenze”, rimane assai teorico visto quello che è successo a Seminara. «Il Ppi – chiarisce un altro operatore sanitario – rimane aperto dalle 8 del mattino alle 8 di sera, una discontinuità determinata dalle esigenze di personale nell’ospedale di Gioia Tauro».
La coperta è corta, il commissario Roberto Occhiuto lo sa, ma a Palmi il problema è anche la politica dell’annuncio.
Come quello fatto 2 anni fa con delibera dell’Asp di Reggio Calabria, per un servizio di “continuità assistenziale” dei medici di medicina generale mai attivato, sebbene gli ambulatori oggi aperti – in questa che doveva essere una delle Case della salute calabresi – siano diversi.
Tanti servizi territoriali, nell’ex ospedale hanno aperto pure un centro vaccinale ed è attiva l'unica Camera iperabarica, ma qui aspettano che l’altra promessa – questa volta fatta da Occhiuto per creare una Casa della Comunità con i fondi del Pnrr – venga realizzata, assieme al “nuovo ospedale della Piana” di cui, dopo 14 anni, si attende la posa della prima pietra.