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Vincenzo Bruno, Giuseppe Mancini, Bruno Scalzo, Pasquale Torquato, Gianpaolo Bevilacqua, Floriano Siniscalco, Roberto Mignucci sono indagati per il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità perché nelle rispettive qualità, “abusando della loto qualità di pubblici ufficiali e dei relativi poteri legati alla loro funzione pubblica, avrebbero indotto Massimo Colosimo e Pierluigi Mancuso – rispettivamente presidente e direttore generale della Sacal spa (società a prevalente partecipazione pubblica che gestisce l’Aereoporto internazionale di Lamezia Terme – ad avviare ad un tirocinio di formazione retribuito, da svolgersi nel predetto ente, persone da loro indicate. In particolare, attraverso numerose telefonate ai dirigenti Sacal, gli indagati avrebbero esercitato “con insistenza pressioni affinchè i propri amici e parenti fossero selezionati indebitamente per partecipare al tirocinio deneomnato Garanzia Giovani, promosso nell’ambito del Programma Operativo nazionale (Pon) finanziato dalla Regione Calabria”.
La Procura contesta così le seguenti “segnalazioni”: Vincenzo Bruno, presidente della Provincia di Catanzaro, avrebbe segnalato il nominativo di Alessio Soluri; Giuseppe Mancini, dirigente della Regione Calabria, è accusato di aver segnalato il nominativo di sua nipote Patrizia Lamanna; Bruno Scalzo, assessore della giunta comunale di Conflenti e dipendente Enav all’aereoporto di Lamezia Terme è accusato di aver segnalato i nomi di Luigi Torquato, Angela Palermo e Daniele Stranges; Pasquale Torquato, vicesindaco del Comune di San Mango d’Aquino avrebbe segnalato il nome del figlio Luigi Torquato; Gianpaolo Bevilacqua, dipendente della Regione Calabria ed ex vicepresidente della Sacal (già ex consigliere provinciale a Catanzaro per il Pdl) è accusato di aver segnalato il nominativo di Roberto Saladini; Floriano Siniscalco, funzionario della Provincia di Catanzaro, avrebbe segnalato il nome di Barbara Fodaro, mentre Roberto Mignucci, membro del Cda Sacal, è accusato di aver segnalato di Aida Plampieri Lupia. Le contestazioni coprono un arco temporale che va dal marzo al luglio 2015.
Per tali assunzioni sono indagati sia Massimo Colosimo che Pierluigi Mancuso.
Emanuele Ionà, consigliere comunale di Lamezia Terme e membro del Cda della Sacal, è invece indagato per aver promesso al direttore generale della Sacal “collaborazione, lealtà ed il proprio sistematico asservimento per fargli compiere un atto contrario ai doveri d’ufficio, rendendosi disponibile ad ottemperare ad ogni eventuale futura richiesta da parte della dirigenza della Sacal. In particolare, Emanuele Ionà avrebbe chiesto a Pierluigi Mancuso di inserire tra i giovani da avviare al tirocinio di formazione retribuito dalla Sacal , suoi amici e parenti, tra cui Alessio ZubbaRoberto Saladini, Giuseppe Adone, Roberto Romano e Giuseppe De Sensi. La promessa, secondo i magistrati, sarebbe stata mantenuta quando nel settembre del 2015, una volta nominato membro del Cda della Sacal in rappresentanza del Comune di Lamezia Terme, “votava a favore della conferma della presidenza di Colosimo Massimo, già raggiunto dalla notifica di un avviso di garanzia emesso nell’ambito della presente indagine, nonostante le richieste di dimissioni formulate da tutti gli altri rappresentanti degli enti locali in seno al Cda della Sacal”.
Contestazioni per la medesima ipotesi di reato pure per Pierluigi Mancuso perché in qualità di direttore generale della Sacal, avrebbe “accettato la promessa di collaborazione e asservimento avanzata da Emanuele Ionà per compiere un atto contrario ai propri doveri d’ufficio ovvero per inserire tra i giovani da avviare al tirocinio di formazione retribuito denominato “Garanzia Giovani”, Alessio Zubba, Roberto Saladini, Giuseppe Adone e Roberto Romano, nominativi indicati da Ionà”.
g.b.