Selezioni “taroccate”, Consulenze “fantasma”, assunzioni di congiunti di membri del Cda della Sacal e persino iscrizioni agli albi professionali pagati dalla stessa. C’è tutto questo nelle contestazioni mosse dalla Procura di Lamezia Terme nell’ambito dell’inchiesta denominata “Eumenidi” che ha travolto i vertici della Sacal.

 

Fra le contestazioni mosse a Massimo Colosimo, presidente della Sacal, ed a Gianpaolo Bevilacqua, dipendente della Regione Calabria ed ex vicepresidente della Sacal (già ex consigliere provinciale a Catanzaro per il Pdl) vi è infatti anche quella di concorso in abuso d’ufficio poiché “in violazione dei principi di trasparenza, pubblicità ed imparzialità nelle procedure di selezione del personale, intenzionalmente avrebbero procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale a Giovanni Galati, conferendogli in via diretta incarichi di consulenza “fantasma” ovvero non documentati e privi – secondo i magistrati - di qualsivoglia giustificazione, per un valore totale di 129.397,80 euro pari alle corrispettive somme liquidate in suo favore dalla Sacal con fatture del 2012, del 2013, del 2014 e del 2015”.

 

Stesso reato (concorso in abuso d’ufficio) per altra vicenda che vede indagati Massimo Colosimo, Floriano Noto, Giampaolo Bevilacqua, Giuseppe Gatto e Pierluigi Mancuso. In questo caso gli indagati, dopo aver indetto nel 2013 un apposito avviso pubblico per la selezione di una figura di manager sulla scorta del quale il Consiglio di amministrazione avrebbe poi scelto e nominato il nuovo direttore generale della Sacal spa, avrebbero “intenzionalmente procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale a Pierluigi Mancuso, nominandolo direttore generale della Sacal con delibera del Cda datata 19 febbraio 2013”. In particolare, i magistrati contestano il fatto che, nonostante il regolamento interno di selezione del personale del 12 marzo 2010 prevedesse una procedura di selezione per le figure apicali comprendente prove scritte di cultura generale, test di lingua straniera, test psicoattitudinali e assesment di gruppo, nonché un secondo colloquio di tipo tecnico, avrebbero proceduto alla nomina di Pierluigi Mancuso “attraverso una mera selezione dei curriculum pervenuti effettuata dal solo presidente Massimo Colosimo il quale arbitrariamente selezionava i profili ritenuti idonei, tra cui quello di Mancuso, senza compilare alcuna griglia di valutazione e senza indicare i criteri utilizzati per la scelta”.

 

Altra ipotesi di concorso in abuso d’ufficio viene invece contestata ad Ester Michienzi (responsabile dell’area legale della Sacal) Ferdinando Saracco (dirigente dell’Area tecnica), Pasquale Clericò (direttore generale), Luigi Silipo (membro del Cda della Sacal), nella scelta di una risorsa con specifica competenza nella gestione tecnica ed amministrativa della attività di cantiere e conoscenza della normativa in materia di lavori pubblici, nell’ambito della quale i primi tre rivestivano il ruolo di commissari esaminatori, in violazione dei principi di trasparenza, pubblicità ed imparzialità, avrebbero “intenzionalmente procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale ad Antonio Silipo, fratello di Luigi Silipo, attribuendogli un punteggio ingiustificato nel corso della predetta selezione e procedendo, quindi, alla sua successiva assunzione alla Sacal con decorrenza dal 18 giugno 2012, benchè fosse privo del necessario titolo previsto dal bando, ovvero dell’abilitazione all’esercizio della professione di geometra, invero conseguita solo in data successiva alla sua assunzione, cioè il 23 dicembre 2013 con relativa iscrizione all’albo professionale dei Geometri di Catanzaro pagata dalla stessa Sacal”.

 

Giuseppe Baglivo