Maxi blitz anti 'ndrangheta dei Carabinieri in tutta Italia. I militari del Comando provinciale di Milano, nelle province di Milano, Varese, Cosenza, Crotone, Firenze, Udine, Ancona, Aosta e Novara stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 34 persone (32 italiani, un marocchino ed una romena), di cui 27 in carcere e 7 agli arresti domiciliari, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, danneggiamento seguito da incendio, estorsione, violenza privata, lesioni personali aggravate, minaccia, detenzione e porto abusivo di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (tutti aggravati poiché commessi avvalendosi del metodo mafioso ed al fine di agevolare le attività dell’associazione mafiosa), truffa aggravata ai danni dello Stato ed intestazione fittizia di beni, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico. Oltre 400 gli uomini impegnati con il supporto di unità speciali, cinofile ed elicotteri.

L'indagine

 L’indagine, avviata nell’aprile 2017 e coordinata dalla Dda di Milano, ha consentito di accertare che «l’organizzazione era stata in grado di infiltrare gli apparati istituzionali e che, dalla seconda metà del 2016, era in corso un processo di ridefinizione degli assetti organizzativi della locale di ‘ndrangheta di Legnano–Lonate Pozzolo, a seguito della scarcerazione di due esponenti apicali della medesima consorteria criminale in forte contrasto tra loro».  Ulteriori dettagli saranno divulgati nel corso della conferenza stampa in programma alle 10.30 odierne presso il Comando provinciale di Milano.

 

I voti all’ex sindaco in cambio dell’assessorato

L'indagine avrebbe accertato un legame tra l'ex sindaco di Lonate Pozzolo (Varese), Danilo Rivolta, e alcuni esponenti del 'locale' di 'ndrangheta. L'elezione di Rivolta sarebbe stata appoggiata da influenti famiglie calabresi che lo avrebbero aiutato in cambio di un assessorato alla nipote del boss Alfonso Murano, ucciso il 28 febbraio del 2006 a Ferno (Varese). Tra gli indagati anche un consigliere di Fratelli d'Italia e un perito che lavorava per la Procura di Busto Arsizio (Varese): avrebbe fatto da 'talpa' su alcune indagini.