Lasciano il carcere per la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari i fratelli Salvatore e Francesco Martino di Cutro, entrambi raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito di una inchiesta istruita dalla Dda di Catanzaro. Lo ha deciso il gip del Tribunale di Catanzaro su istanza dei legali difensori. 

I due sono accusati del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso poiché attraverso minacce e intimidazioni avrebbero costretto titolari di esercizi commerciali a versare somme di denaro avvalendosi della forza derivante dal vincolo associativo, essendosi presentati come referenti della locale di Cutro, allo scopo di assicurare «tranquillità e la tutela dei beni delle attività economiche».

Il giudice ha pertanto ritenuto adeguata l'applicazione della misura degli arresti domiciliari con l'apposizione del braccialetto elettronico. I due fratelli sono difesi dagli avvocati Stefano Nimpo, Gianni Russano e Fabrizio Salviati.