Nell'ambito dell'inchiesta, scaturita dalle dichiarazioni di un pentito, i finanzieri avevano ricostruito la presunta simulazione di un sinistro stradale per coprire l'aggressione ad un artigiano
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È stato assolto dal reato di estorsione e truffa l'avvocato lametino Giovanni Scaramuzzino. Il legale era rimasto coinvolto in una inchiesta istruita dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro su presunti episodi di truffe ai danni di compagnie assicurative, reati tutti aggravati dal metodo mafioso.
L’inchiesta giudiziaria era maturata nell’ambito dell’operazione “Perseo”, condotta dal Nucleo Mobile della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, e scaturita da alcune dichiarazioni rese dal collaboratore Giuseppe Giampà. In particolare, il pentito aveva fatto riferimento ad un’aggressione fisica subita da un artigiano per futili motivi.
I fratelli Franco e Luigi Trovato per impedire che la vittima sporgesse denuncia avrebbero chiesto l’intervento del boss Giuseppe Giampà. Dalle attività investigative, era poi emerso come la vittima dell’aggressione, dopo essere stato accoltellato, sfregiato e preso a martellate fino a svenire, era stato costretto a riferire in ospedale di essere stato vittima di un incidente stradale affiancato da un legale successivamente identificato nell’avvocato Giovanni Scaramuzzino che avrebbe simulato un sinistro stradale.
In primo grado, l'avvocato era stato condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione. All'esito del giudizio d'Appello è stato assolto dai reati di estorsione e truffa mentre è stata confermata la pena per Franco Trovato per il solo reato di estorsione. Giovanni Scaramuzzino è difeso dagli avvocati Francesco Gambardella e Francesco Siracusano.