VIDEO | È stato inoltre eseguito un sequestro preventivo di oltre 157mila euro nei confronti di uno degli indagati titolare di una ditta di lavori elettrici
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Questa mattina a Roccabernarda i carabinieri della compagnia di Petilia Policastro (Kr) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro, nei confronti di 3 persone, tra i quali il reggente del sodalizio ‘ndranghetistico Antonio Santo Bagnato, attivo nel comune del Crotonese e nei paesi limitrofi, condannato in via definitiva e attualmente ristretto al regime detentivo speciale previsto dall’art. 41 bis. Le altre due persone finite in carcere sono Gianfranco Bagnato e Santo Lonetto.
Per le tre persone il giudice ha ritenuto la ricorrenza della gravità indiziaria dei delitti, a vario titolo contestati, di “estorsione” e “danneggiamento” e “turbata libertà nella scelta del contraente”, aggravati dal cosiddetto “metodo mafioso”. Nenlo stesso contesto, è stato eseguito un sequestro preventivo di 157.037,57 euro nei confronti di uno degli indagati, titolare di una ditta di lavori elettrici del luogo, al quale sono stati sequestrati i conti correnti, intestati alla sua azienda, e il denaro, trovato nella sua disponibilità, fino al raggiungimento della cifra.
Le indagini
Le indagini coordinate dalla Dda di Catanzaro, effettuate nell’ambito dell’operazione di polizia, denominata “Trigarium”, sono state condotte dal novembre del 2018 all’agosto del 2020, mediante delle attività di captazione tecnica, dei servizi di osservazione, controllo e pedinamento, numerose acquisizioni documentali e l’analisi delle dichiarazioni, rese sia dalle persone offese che da 2 collaboratori di giustizia.
Hanno permesso di documentare: affidamenti da parte del Comune, dal 2009 al 2017, di 101 appalti per la realizzazione dei lavori elettrici (a un valore complessivamente calcolato in 172.235,00 Euro) a una ditta del luogo, riconducibile a un soggetto appartenente al sodalizio, il quale aveva sostanzialmente ottenuto il monopolio dei citati interventi manutentivi; danneggiamenti aggravati nei confronti di alcuni privati cittadini, che avevano scelto delle altre società per l’esecuzione di alcuni lavori elettrici, come un docente di Santa Severina, il quale, a causa del diniego del pagamento del “pizzo” al capo cosca per la costruzione di un oleificio, nel settembre del 2019, è stato vittima del taglio a scopo intimidatorio di 103 piante di ulivo; l’incendio doloso, verificatosi nell’aprile del 2015, di un furgone, intestato a una ditta individuale di Roccabernarda, operante nel settore dei lavori elettrici, e finalizzato a indurre il suo titolare a non partecipare alle gare per l’acquisizione di “commesse pubbliche” o ad accettare dei lavori dai privati.
Gli elementi raccolti si sono basati su intercettazioni telefoniche e ambientali, sulle denunce delle persone offese, oltre che su riscontri connessi allo sviluppo di attività di osservazione e pedinamento. La polizia giudiziaria, all’atto della esecuzione della misura, ha effettuato perquisizioni personali e domiciliari.