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Commercianti e professionisti nuovamente sotto tiro: numerosi gli atti intimidatori negli ultimi giorni. Mentre la polizia indaga i cittadini temono che la criminalità organizzata sia prendendo possesso della città. Nuovamente.
Le operazioni anti-‘ndrangheta avevano dato un duro colpo alla ‘ndrine locali. La primavera sembrava essere tornata, Lamezia sembrava finalmente rinascere. Sembrava, appunto. Bombe, proiettili e biglietti intimidatori, una vera e propria escalation di atti estorsivi si sono verificati negli ultimi giorni. Dopo un periodo di apparente tregua commercianti e professionisti di nuovo sotto tiro a Lamezia Terme. Che ci sia dietro la mano della ‘ndrangheta non è dato sapersi. Quel che è certo è che qualcuno ha deciso di far sentire nuovamente la propria presenza, in modo eclatante e costante.
Tre intimidazioni in meno di tre giorni: in fiamme una vela pubblicitaria e due bombe esplose, una dinanzi al cantiere del nuovo Palazzetto dello sport in costruzione, un’altra, l’ultima, ai danni della ditta Vitale Sud, specializzata nella distribuzione di materiale elettrico.
Nelle scorse settimane altre cinque gesti estorsivi. Vittime un negozio di abbigliamento, un supermercato, la sede dell’Aci, un bar e infine un’agenzia privata delle Poste. Uguali le modalità, uguale il modo di agire. Recapitati due proiettili di fucile calibro 12 e un biglietto minatorio con la scritta “Mettiti a posto”. Non si esclude nessuna pista. Al vaglio degli inquirenti anche i filmati di videocamere che pare abbiano ripreso uomini incappucciati.
Tantissimi i messaggi di solidarietà, della politica, locale e regionale, di sindacati e associazioni, del sindaco della città che ha annunciato che il comune si costituirà parte civile contro ogni forma di criminalità organizzata. Ma in una città costretta per troppo tempo a subire, la solidarietà non è più sufficiente, non basta per levare quella paura che spegne inevitabilmente la voglia di fare impresa, soprattutto tra giovani. E non basta neppure per levare nei cittadini la paura che la criminalità organizzata, emergente o vecchia che sia, stia prendendo possesso ancora della città.
Una città che stava ricominciando o stava provando a respirare aria pulita e che ora rischia nuovamente di collassare.