VIDEO | Alcuni maturandi nutrono perplessità sulla decisione di un ritorno al passato perché dopo due anni di Dad diventerebbe difficile l’approccio alle metodiche pre-Covid
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La didattica a distanza degli ultimi due anni pone in una posizione critica e preoccupata i prossimi maturandi rispetto alla decisione del governo di reintrodurre le prove scritte di italiano e d’indirizzo per l’esame di Stato. I ragazzi si sono disabituati alle lezioni in presenza e questo condiziona e non poco il giudizio rispetto al provvedimento che riporta le lancette indietro ai tempi pre-covid.
È quanto affermano alcuni studenti dei licei di Corigliano Gaetano Pio Malvasi e Alfredo Morrone secondo i quali «la Dad non ha consentito un uso corretto delle attività di formazione e, soprattutto, si è rivelata molto dispersiva. Le lezioni in presenza sono tutt’altra cosa».
Preso atto della decisione ormai assunta, per Morrone in particolare si rivela importante che, per le prove scritte, siano impiegate modalità prudenti che tengano conto dei disagi derivanti dalla Dad. È d’altronde la generazione che ha vissuto la pandemia appieno: in lockdown, o in quarantena, o nel timore di un contagio in classe.
Due prove scritte, mentre per il colloquio orale è prevista la possibilità della videoconferenza per i candidati impossibilitati a lasciare il domicilio. Al via il 22 giugno con il tema d’italiano che sarà uguale per tutti a livello nazionale. Mentre il 23 giugno ci sarà la seconda prova scritta, predisposta da singole commissioni d’esame, che si caratterizzerà per ciascun indirizzo in ordine al percorso di studi. Infine l’esame orale ma niente tesina. Si tratta di un colloquio con i componenti della commissione interna presieduta da un presidente esterno.