L'imputato è stato condannato ieri assieme a Pino Scalise alla pena più dura. Ristretto nel carcere di Terni non avrebbe assistito al processo. Il legale Chiodo: «Ciò determina la nullità della sentenza»
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«Un piccolo giallo». A sostenerlo è il legale difensore di Luciano Scalise, Piero Chiodo, condannato ieri dal Gup del Tribunale di Catanzaro all'ergastolo per l'omicidio dell'avvocato lametino Francesco Pagliuso.
«Ieri alle 14.44 ho ricevuto sul mio telefonino la telefonata dell’ispettore penitenziario del carcere di Terni - scrive in una nota l'avvocato - il quale mi comunicava che Luciano Scalise detenuto in video collegamento durante il processo tenutosi ieri era rimasto scollegato dalle ore 11 am fino alle ore 14.44 pm e dunque non era a conoscenza degli esiti del processo. Io a questo punto ho riferito subito all’ispettore di dare urgente comunicazione di ciò all’autorità giudiziaria in quanto ciò avrebbe determinato la nullità della sentenza. L'ispettore mi ha comunicato di procedere urgentemente a tale adempimento».