Via Caradosso è una piccola strada del centro di Milano, incastrata  tra l’università Cattolica e la chiesa di Santa Maria delle Grazie, casa del cenacolo di Leonardo. È da qui, al numero 9 di questa strada elegante, proprio davanti alla sede della Camera di commercio, che sono partiti i nuovi progetti per la costruzione di 3 impianti eolici nuovi di zecca da realizzare tra il reggino e il catanzarese

Tre progetti imponenti, da decine e decine di milioni di euro, pensati (e pronti a essere monetizzati) nel salotto buono del capoluogo lombardo e prossimi a calare sulle colline della Locride e delle Serre.

 Tre progetti diversi, dal forte impatto ambientale, che prevedono un totale di venti torri alte più di 200 metri in grado di sviluppare una potenza complessiva di quasi 150 MW, e che dovrebbero essere realizzati – siamo ancora in fase di richieste di autorizzazioni – da tre società appena costituite, attualmente inattive, e con capitale sociale da chioschetto dei gelati.

La galassia Statkraft 

Si chiamano Ski 17, Ski 23 e Ski w a1 e, oltre al nome, le tre società a responsabilità limitata, condividono molte cose, dall’indirizzo milanese della propria sede legale all’amministratore unico: per tutte, la pescarese Carla Di Tillio

Tutte costituite tra il novembre del 2021 e il novembre dell’anno successivo, le tre società sono di proprietà della Statckraft Italia srl (che ne possiede il 100% del capitale sociale), che è a sua volta di proprietà della casa madre Statkraft, multinazionale norvegese delle energie rinnovabili.

Una piramide societaria che si regge su un capitale sociale di 10mila euro per ognuna delle società coinvolte direttamente nei progetti: società al cui interno non risultano dipendenti, fatta salva una decina di procuratori che tra i loro compiti annoverano i rapporti con le pubbliche amministrazioni, le banche e le istituzioni finanziarie. Regolarmente iscritte alla Camera di commercio di Milano, le tre Ski risultano al momento formalmente inattive, anche se, di fatto, molto impegnate nelle procedure propedeutiche alla definizione dei contratti. 

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I progetti di Torre di Ruggiero, Chiaravalle Centrale e Petrizzi: 10 torri

Il più imponente dei tre progetti che vedono protagoniste le società figlie della Statkraft è quello che interessa i comuni di Torre di Ruggiero, Chiaravalle Centrale e Petrizzi (dove saranno realizzati i lavori di collegamento alla rete elettrica principale), in provincia di Catanzaro. Qui le torri da installare (ognuna delle quali alta 226 metri) sarebbero 10: un parco eolico importante in grado di sviluppare una potenza complessiva di 72 Mw. 

Nel luglio scorso il progetto redatto per conto della Ski w a1 ha ottenuto la luce verde dal Ministero dell’Ambiente, che ha comunicato all’azienda la «procedibilità dell’istanza» formalizzando, contestualmente, l’avvenuta pubblicazione on line del progetto, per la consultazione pubblica della documentazione. Una procedura partita speditamente, ma che ha trovato subito l’altolà della Soprintendenza archeologica e paesaggistica delle province di Catanzaro e Vibo.

Agli inizi di settembre, infatti, storia di un paio di settimane fa, la soprintendente Stefania Argenti ha inviato una comunicazione ufficiale alla Ski w a1 in cui si sottolineano numerosi buchi progettuali. «Si osserva – si legge nel documento – che dalla disamina della documentazione emerge carenza documentale» per quanto riguarda la «certificazione di destinazione urbanistica rilasciata da tutti i comuni interessati dal progetto» oltre che la «relazione storica scientifica del territorio» e le «analisi dell’intervisibilità areale con la sovrapposizione con altri impianti già esistenti». Tra gli appunti mossi dalla Soprintendenza anche la mancanza di diversi «elaborati grafici di dettaglio» sulle piazzole, sui cavidotti e sulle stazioni e sottostazioni elettriche.

Ski e Wind energy Montepaone: le due società che si contendono lo stesso territorio

Cinque invece le torri che dovrebbero prendere forma nei comuni di Petrizzi, Montepaone e Centrache, sempre nel catanzarese. In questo caso, a prendersi cura del progetto, è la Ski 17, che lo scorso 2 gennaio presenta al Mase la richiesta per il rilascio della valutazione di impatto ambientale, ottenendo dal Ministero, due mesi più tardi, il primo via libera con la pubblicazione degli elaborati per la consultazione pubblica.

L’impianto ipotizzato dalla società milanese prevede la costruzione di 5 enormi turbine, in grado di generare una potenza complessiva di 33 MW. Anche in questa occasione però, qualcosa non torna. 

Il mercato delle energie rinnovabili – con gli incredibili margini di guadagno che ne conseguono – da tempo ha puntato la Calabria, e il territorio su cui dovrebbe sorgere il parco eolico della Ski interessa anche a un’altra società, la Wind energy Montepaone srl con sede a Pescara, che su quegli stessi terreni vuole costruire un altro parco, con altre 5 torri

Lo scorso maggio Fabio Maresca, legale rappresentante di quest’ultima azienda, scrive al Ministero per segnalare come una delle torri della Ski risulti essere praticamente attaccata ad una di quelle previste dal progetto della Wind Energy. Vantando la primogenitura del progetto – presentato nel giugno dello scorso anno – l’Ad della società abruzzese sottolinea infatti come la distanza tra i due enormi manufatti (entrambi alti più di 200 metri) «è pari a circa 19 metri, circostanza questa che inevitabilmente rende l’impianto eolico Ski 17, così come attualmente progettato, incompatibile dal punto di vista tecnico con l’impianto eolico Wind energy Montepaone».

Comitati sul piede di guerra per le cinque torri di Agnana

Cinque infine le torri che la Ski 23 intende costruire nel comune di Agnana, nella Locride, che del parco eolico da tirare su sul proprio territorio, è venuto a conoscenza solo nelle settimane passate, quando in comune sono sbarcati i procuratori della srl milanese.

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Cinque torri che dovrebbero generare una potenza totale di 30 MW e che hanno già visto scendere sul piede di guerra i comitati a difesa del territorio. Riuniti giovedì scorso nella piazzetta di Agnana, i contestatori del parco – una trentina in tutto in questo primo incontro – guidati dallo scrittore africoto Gioacchino Criaco, hanno illustrato ai cittadini le loro paure rispetto ad un’opera che rischia di interferire pesantemente sul territorio, lasciando in paese solo briciole di ricchezza o sviluppo. 

Quasi pronto il mini parco eolico di Antonimina

E mentre i piani di espansione in Calabria dell’universo Statkraft prendono forma tra mille polemiche, a due passi da Agnana, nel comune di Antonimina, un mini parco eolico (con una sola turbina) il cui iter era iniziato anni fa nel silenzio generale, è ormai sulla rampa di lancio. Terminati infatti nelle scorse settimane i lavori di preparazione della piazzola, restano solo da tirare su la torre e le relative pale. Un lavoraccio che, in questi giorni, vede impegnati gli operai al lavoro per allestire una strada su cui possa circolare il gigantesco camion che deve arrampicarsi fino alle colline di fianco a Gerace.