Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti dà il via libera al progetto del Consorzio di bonifica regionale. L’annuncio sulla pianificazione era stato dato dal dirigente Giacomo Giovinazzo a maggio nel corso di una puntata di Dentro la Notizia
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L’estate più calda di tutti i tempi? Quella appena trascorsa. E non soltanto in Calabria: il pianeta Terra si avvia verso una nuova era geologica, un nuovo ciclo climatico che già toglie il sonno ai potenti del mondo. Farà sempre più caldo e i ghiacciai continueranno a sciogliersi alimentando lungo ogni meridiano e parallelo del globo terrestre eventi estremi. Sarà l’acqua, tra qualche secolo, il vero bene primario (e prezioso) che determinerà gli equilibri tra i popoli. E l’acqua, oggi, inizia a scarseggiare.
A Sud, in particolare in Calabria e Sicilia, la siccità ha lasciato dietro sé terre brulle e colture abbandonate. Danni economici ingenti che è stato possibile mitigare solo in parte grazie a una sinergia che ha messo insieme a inizio estate il Consorzio di bonifica regionale, Sorical, Regione, Protezione civile chiamati a dissetare calabresi – e terreni calabresi – nei momenti di maggiore criticità. Il peggio è alle spalle? Nient’affatto. E lo sanno bene quanti, da postazioni di responsabilità istituzionale, lavorano in queste ore alle azioni da intraprendere sin d’ora per evitare che la prossima estate venga ricordata come una piaga ambientale di biblica memoria.
Le sfide del futuro
La poca acqua che c’è va preservata. Quella che cadrà nel corso dell’inverno raccolta in invasi capaci di custodirla come un tesoro per i tempi duri che arriveranno. È questa la sfida del presente e del futuro. Questa la linea di responsabilità che travalica interessi politici di parte o territoriali.
Il primo ostacolo da superare resta l’ammodernamento o la realizzazione di mega impianti di raccolta. Le dighe o gli invasi, che in Calabria non mancano. Soltanto che alcuni – nonostante le potenzialità enormi e le finalità per cui erano stati ideati e costruiti – attendono di tornare alla loro piena funzionalità rappresentando, in futuro, alleati strategici efficaci contro il caldo che caratterizzerà il clima tipico della Calabria. Un esempio su tutti? La diga sul torrente Lordo, a Siderno Superiore. Realizzata ai primi anni ’80, non ha mai espresso appieno il suo potenziale: è diventata un lago artificiale incastonato in un’area di pregio naturalistico. Poi è diventata un problema, quando si sono verificati appunto i primi cedimenti strutturali che hanno determinato il blocco di ogni attività. E ora? Ora sembra che la strategia portata avanti dal Consorzio di bonifica regionale governato da Giacomo Giovinazzo sia destinata a portare i suoi frutti.
Gli annunci in diretta tv
Quanto annunciato nel corso della puntata dello scorso maggio di Dentro la Notizia, dagli schermi di LaC Tv, trova piena attuazione ora nella decisione dei Ministero dei Traporti di dare il parere favorevole di fattibilità tecnico-economica per il recupero dell’invaso. Ma non solo: il progetto è rientrato nel Piano nazionale statale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico (Pnissi) che definisce le priorità strategiche per il Paese. Traduzione dal tecnico al giornalistico: il progetto presentato dal Consorzio verrà finanziato da qui a breve perché di interesse strategico e, dopo un investimento di quasi 25 milioni di euro (che verrà deliberato a breve), rimetterà in senso una infrastruttura capace di risolvere il problema siccità per l’intera Locride. Roba seria, finalmente. E coerenza, stavolta, tra annunci e fatti.
Giacomo Giovinazzo, sul tema, dagli schermi di LaC si era sbilanciato seriamente: faremo questo, quello e quell’altro. E spenderemo 26milioni circa. I fatti stanno andando nella direzione annunciata. E produrranno le seguenti azioni ingegneristiche e geologiche funzionali al risultato: “messa in sicurezza del pozzo di accesso alla camera di manovra delle paratoie”, “ripristino della corretta funzionalità dell’invaso”, “consolidamento del versante in destra idraulica dell’invaso ed opere accessorie”. Poi, l’acqua a Siderno e dintorni non mancherà di sicuro. E i lavori quando avranno inizio? Tra qualche mese, certamente, dopo il finanziamento dell’opera che ormai, dopo la delibera del Ministero delle infrastrutture, è solo una formalità.
«Un tangibile, importante esito che scandisce i risultati ottenuti», si limita a commentare laconico Giovinazzo. E nient’altro da aggiungere? «No, nient’altro – dice a LaC -. I lavori verranno ultimati nei tempi previsti». I tempi scanditi nel corso di Dentro la Notizia: anno 2026, con una portata di oltre 9 milioni di metri cubi di acqua. C’è da crederci? Alla luce di quanto accaduto sinora sì.