Già da tempo la responsabile ha dato disponibilità per decongestionare il laboratorio di Cosenza. Associazioni del territorio incalzano, ma nessuna risposta dall'Asp
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C'è urgenza di tracciamento del contagio. I tamponi sono uno strumento necessario nella lotta al Covid che spesso però risulta lento ed inefficace rispetto alla mole di lavoro che si richiede al laboratorio dell'ospedale di Cosenza, l'unico al momento autorizzato a questo lavoro di indagine epidemiologica. È per questo che da più parti arriva la richiesta di rendere operativo il laboratorio analisi dello Spoke di Castrovillari che attraverso la responsabile Gabriella Aloise, l'attività di concertazione del sindaco Domenico Lo Polito, ha da tempo palesato la sua disponibilità ad entrare in campo nel lavoro di proccessamento dei tamponi. Un appello rilanciato a fine ottobre dal mondo dell'associazionismo territoriale al quale però nessuno ha dato ancora risposta.
«La nostra responsabile - spiega Antonio Papasso, tecnico di laboratorio e rappresentante sindacale unitario - sta chidendo di poter effettuare presso questo presidio ospedaliero tamponi molecolari rapidi per dare respiro a Cosenza». Una scelta voluta per non sovraccaricare i colleghi della cittadina bruzia ma anche per «metterci a disposizione dell'azienda» spiega il professionista del settore. Basterebbero piccoli adeguamenti del laboratorio già esistente presso lo Spoke di Castrovillari per renderlo operativo da subito, ma ancora nessuna decisione è stata presa in tal senso.
Un appello rilanciato in questi giorni anche da Ferdinando Laghi, già primario del reparto di Medicina del "Ferrari" ed oggi presidente dell'Isde (associazione dei medici per l'ambiente) che insieme ad una serie di associazioni del territorio già il 30 ottobre aveva sollecitato tutti i vertici sanitaria regionali, commissariale e politici per «dare la nostra disponibilità e competenza per poter utilizzare il laboratorio analisi». Una richiesta alla quale finora non hanno ricevuto risposta da alcuno. «Abbiamo un centro già pronto che poteva essere in funzione da 15 giorni e la regione, in questa fase di emergenza, si prende il lusso di non utilizzarlo, per poi magari fare una convenzione con il privato, pagando giori di quattrini per prestazioni che si potevano avere a un terzo del costo».
Timori del medico che oggi trovano concretezza nella indagine di mercato (scaduta il 13 novembre scorso) finalizzata dall'Asp di Cosenza ad individuare laboratori privati di analisi cliniche accreditati capaci di processare test molecolari Sars Cov2.