VIDEO | Il dato è emerso durante la presentazione del bilancio sociale Inps a cui ha partecipato anche il presidente nazionale Pasquale Tridico: «Senza aiuti, intere famiglie nell'indigenza più assoluta» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Sono oltre 100mila le richieste di cassaintegrazione inoltrate in Calabria durante il periodo della pandemia. È questo il principale dato emerso questa mattina durante la presentazione del bilancio sociale dell'Inps Calabria. «La mole di lavoro è stata enorme» ha precisato il presidente del comitato regionale Inps Calabria, Gianfranco Trotta.
L'emergenza Covid
«Oltre 100mila le domande che sono state presentate tra cassa integrazione in deroga e cassa integrazione. Sono state 344mila i percettori di pagamenti. A questi vanno aggiunti i 149mila che hanno usufruito del bonus Covid. Durante il periodo Covid sono state inoltre liquidate - ha aggiunto il presidente - le domande per le politiche attive del lavoro che hanno riguardato 13mila tirocinanti per un totale di 12 milioni di pagamenti effettuati». Su 33mila domande di reddito di emergenza, 27mila sono state quelle presentate attraverso i patronati.
Precarizzazione del lavoro
Il presidente ha inoltre posto l'accento sull'aumento dei contratti di lavoro parasubordinati: «Nel 2019 e quindi ante-covid. E questo vuol dire una ulteriore precarizzazione del lavoro perchè diminuisce l'impiego stabile. In una realtà come quella calabrese che non ha una tenuta economica sociale diventa un dato sensibile». Inoltre i percettori di reddito di cittadinanza sono stati 63mila nuclei familiari, 166mila persone con un assegno mensile medio di 494 euro. «Il bilancio sociale consegna uno spaccato di una Calabria anziana e di una precarizzazione del lavoro». Il presidente Trotta ha lanciato un accorato appello alla politica affinchè «si interessi ai numeri dell'Inps per realizzare un piano del lavoro che aiuti l'impresa a realizzare lavoro stabile e non precario».
«Senza sussidi indigenza assoluta»
È intervenuto anche il presidente nazionale del'Inps, Pasquale Tridico, che si è detto soddisfatto per l'attività svolta in Calabria dall'istituto: «Tuttavia, questo vuol dire anche tante prestazioni erogate. I numeri illustrati raccontano di una necessità di tutela del reddito molto importante. A me ha colpito molto il dato demografico. Io vengo dalla Calabria e ogni anno noto lo spopolamento della nostra terra, dei piccoli paesi e delle aree interne soprattutto. Questo è il principale problema che si traduce in meno occupazione e più pensionati. Quindi alzare il numero dei lavoratori attivi è una priorità in Calabria soprattutto considerato che i tassi di occupazione, e in particolare, quella femminile sono molto bassi.
Tuttavia, è bene precisare che il problema dell'occupazione in Calabria non è nuovo. La mancanza di occupazione e di investimenti strutturali non dipende nè dal reddito di cittadinanza nè dai centri per l'impiego nè dai bonus e dai sussidi di oggi perchè anzi se non ci fossero stati la situazione occupazione gravissima avrebbe significato sprofondare nell'indigenza più assoluta».