VIDEO | In decine sono partiti all'alba di oggi alla volta del capoluogo bruzio sotto lo slogan "Basta Cinghiali e fauna selvatica": «È un problema che sta causando danni incalcolabili alle nostre aziende agricole»
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Si sono ritrovati alle prime luci di stamattina per partecipare, a partire dalle ore 9.30, presso la sede della Regione Calabria sulla strada statale 107 Vaglio Lise a Cosenza, alla mobilitazione organizzata da Coldiretti Calabria sotto lo slogan "Basta Cinghiali e fauna selvatica". Sono agricoltori e cittadini di Acri che, in piazza Purgatorio si sono radunati per raggiungere il capoluogo sia bruzio sia a bordo dei propri trattori che con auto e pullman. Durante il percorso ai mezzi agricoli acresi si sono uniti altri trattori provenienti dai comuni arbereshe e da Bisignano. Tutti insieme, un centinaio, direzione Cosenza scortati dalle forza dell'ordine.
Nel corso dell'ultimo anno, i cinghiali hanno causato danni all’agricoltura calabrese per circa cinque milioni di euro, devastando colture di grano, patate, mais, ortaggi e persino vigneti e frutteti. Una problematica che interessa in modo particolare la porzione di territorio a nord di Cosenza.
«Il nostro territorio è tra i più colpiti dai cinghiali», ci dice Michele Scaramuzzo, uno degli imprenditori agricoli di Acri partiti all'alba verso Cosenza. «Da soli, senza l'aiuto dello Stato, non riusciamo più a contenere questo problema. Noi imprenditori agricoli siamo disperati, di giorno lavoriamo e pensiamo ai cinghiali, di notte non dormiamo e pensiamo ai cinghiali. Se qualcuno non pensa in concreto a risolvere questa emergenza tra qualche anno non mangeremo più perché non lasceranno più nulla dei nostri campi».
A fare eco all'imprenditore agricolo c'è anche Vincenzo Abbruzzese, vicepresidente provinciale Coldiretti Cosenza e presidente regionale di Terranostra: «L'emergenza cinghiali è un problema che sta causando danni incalcolabili alle nostre aziende agricole. Sono anni che denunciamo la proliferazione incontrollata di fauna selvatica». Abbruzzese punta il dito sulla lentezze con cui vengono erogati gli indennizzi agli agricoltori: «Quando i nostri campi vengono devastati dai cinghiali le risorse sono poche o addirittura mancano - dice -, gli agricoltori sono scontenti, soprattutto perché i tempi per gli indennizzi sono lunghissimi a causa di una burocrazia lenta. Centinaia di aziende aspettano da anni i risarcimenti».