«Entro dieci giorni ci saranno le prime assegnazioni degli alloggi. Voglio fare tutto secondo la legge». Sono queste le parole pronunciate dall’assessore comunale Rocco Albanese stamattina. Il componente della giunta Falcomatà ha raggiunto in piazza Italia i manifestanti delle associazioni che compongono l’Osservatorio sul disagio abitativo, riuntesi per denunciare la situazione di stallo in cui versa il settore nella città dello Stretto.

Un confronto serrato, con i manifestanti che, tramite anche l’intervento di Giacomo Marino di “Un mondo di mondi” hanno raccontato tutto il loro scontento e la stanchezza nell’inseguire e combattere per un alloggio che la Costituzione dà come diritto assodato quando sussistono determinate condizioni.

In piazza c’erano la signora Concetta, che abbiamo conosciuto, abitante di Ciccarello con un marito in gravi condizioni fisiche e psichiche che vive allettato. È una famiglia in attesa da anni di un cambio alloggio che riveste tutti i caratteri dell’urgenza. E poi la famiglia Battaglia, che lo sfratto lo ha evitato già due volte in questo mese ma che inevitabilmente il prossimo 22 marzo sarà sulla strada. Su quest’ultima situazione l’assessore Albanese non transige poiché, ricorda, la decisione è stata del Tribunale.

Gli animi ed il confronto partono in maniera molto accesa: da un lato l’assessore che sostiene di lavorare a pieno regime e annuncia che dalla prossima settima già si passerà alle graduatorie e i primi beneficiari raggiungeranno i nuovi alloggi; dall’altro ci sono le tante persone stremate, situazioni diverse ma ugualmente difficili che di parole ne hanno sentite tante volte e che adesso vogliono date certe e non verbi coniugati al futuro.

Albanese ha fatto anche il punto sul finanziamento di 11 milioni del Decreto Reggio, «Stiamo aspettando la firma del ministero». Ma poi serviranno dei bandi. Insomma non arriveranno celermente le risposte in questo caso e aggiunge «L’amministratore non farà ghetti. C’è la commissione al lavoro e chi ha diritto dovrà prima sanare le eventuali morosità esistenti».

Dieci giorni e scadenze che non tarderanno ad arrivare e le verifiche sull’effettiva attività del settore potranno essere subito fatte. Altrimenti le associazioni, come dichiarato, sono pronte a tornare in piazza e far valere a gran voce i loro diritti.