È sempre più grave la situazione delle carceri calabresi, soprattutto a causa delle carenze di personale e di mezzi, a cui si aggiunge, a volte, anche la cattiva gestione”. Lo affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Damiano Bellucci, segretario nazionale.


“Per rendersi conto della situazione in cui è tenuta la regione - spiegano - basta pensare che il rapporto medio nazionale agenti/detenuti si attesta sullo 0,75% (dato rilevato al 30/10/2015), mentre quello della regione Calabria è appena dello 0,65%. Tale situazione si è ulteriormente aggravata a causa della mancanza di assunzioni e dei molti pensionamenti (oltre 1000 a livello nazionale) avvenuti nel corso del 2016.

 

È opportuno evidenziare che al Sud i pensionamenti sono anche proporzionalmente maggiori, a causa dell'età più elevata del personale che vi presta servizio. Infatti, il dato relativo ad aprile 2017 dimostra come percentuale derivante dal rapporto agenti detenuti sia scesa, in Calabria, allo 0,58%, rispetto alla media nazionale dello 0,74%. Secondo la pianta organica del ministero della Giustizia - aggiungono - la dotazione della regione Calabria dovrebbe essere di 1531 unità per tutti i ruoli, a fronte di una forza presente attualmente di poco inferiore. In realtà, per riportare gli organici calabresi nella media nazionale bisognerebbe avere un organico di circa 1900 unità, quindi, oltre 350 in più rispetto a quello previsto dall'Amministrazione penitenziaria. Ecco spiegata la ragione per cui a Palmi ci sono circa 9000 giornate di congedo non fruite, a Reggio Calabria, spesso, si hanno difficoltà a portare i detenuti in Tribunale e, quando si riesce, lo si fa con ore di ritardo, a Crotone ed Arghillà non si riesce a predisporre il piano ferie.

 

L'amministrazione penitenziaria, in questi anni, ha aperto nuovi reparti detentivi, come a Catanzaro e Rossano (reparto dedicato agli AS2, detenuti per reati di terrorismo), nuovi istituti, come ad Arghillà e Laureana di Borrello, ha aumentato i posti detentivi ma non il personale di polizia penitenziaria. In Calabria, cosa di non poco conto, ci sono circa 950 detenuti appartenenti al circuito Alta Sicurezza, i quali necessitano di maggiori controlli e spostamenti in diversi istituti, a causa dei tanti processi cui sono imputati. Nonostante tale situazione - concludono - a Crotone, Rossano e Cosenza manca anche il funzionario comandante di reparto".