Il garante della salute della Regione ha scritto ai prefetti calabresi per chiedere un tavolo di coordinamento e sicurezza
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Il Garante della salute della Regione, Anna Maria Stanganelli, ha reso noto di avere scritto ai cinque Prefetti della Calabria chiedendo loro «di valutare l'opportunità di convocare e istituire in via d'urgenza Tavoli di coordinamento e sicurezza in tema di aggressioni al personale medico e paramedico con tutti gli attori coinvolti per la messa in atto di opportune iniziative di prevenzione e protezione, come la stipula e l'ampliamento di protocolli operativi con le forze dell'ordine, in un'ottica di promozione di tutela della salute dei lavoratori e di crescita virtuosa di una cultura condivisa sul fenomeno da parte dei diversi portatori di interessi».
L'iniziativa del Garante, secondo quanto riferisce un comunicato, trae origine «dai gravi episodi di violenza commessi ai danni di professionisti sanitari soprattutto nei Pronto soccorso e nelle postazioni di continuità assistenziale, laddove cioè i servizi sono particolarmente caratterizzati da una gestione di situazioni di emergenza e da prestazioni di elevata complessità, ultimo in ordine di tempo quello ai danni di personale in servizio in una postazione di continuità assistenziale di Soriano Calabro».
Anna Maria Stanganelli, nella nota, esprime «profonda preoccupazione per vicende che, traducendosi in aggressioni fisiche, verbali o di comportamento, minano la sicurezza nella sanità, rendendo più vulnerabile l'ambiente di lavoro. Tali atti di violenza, perpetrati ai danni degli operatori sanitari nelle strutture in cui operano, rappresentano una vera e propria emergenza, con forti ripercussioni sull'operatività e sull'organizzazione dei presidi sanitari e delle postazioni, paralizzando inevitabilmente nell'immediato la prestazione assistenziale, rendendo meno tempestiva ed efficiente la risposta ai bisogni di cura degli altri utenti e minando il diritto fondamentale dei cittadini alla salute e la garanzia che agli utenti venga garantito l'accesso alle cure».
La Garante sottolinea anche «la necessità di avviare un lavoro sinergico da parte delle istituzioni al fine di offrire un segnale forte nella direzione della deterrenza e della repressione di un fenomeno che purtroppo non accenna ad arrestarsi, raggiungendo livelli di guardia molto preoccupanti in tutto il territorio nazionale».