VIDEO | L’organizzazione umanitaria di Gino Strada lunedì scorso ha concluso il suo mandato in considerazione del limitato numero di pazienti ricoverati
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Si è conclusa lunedì scorso la missione di Emergency a Crotone. L’organizzazione umanitaria fondata da Gino Strada era arrivata nella città pitagorica nel dicembre scorso per contribuire alla gestione del reparto Covid-2 dell’ospedale San Giovanni di Dio, realizzato al fine di rispondere in maniera più adeguata ai bisogni del territorio, nella fase acuta della pandemia.
Nuovo reparto
Il nuovo reparto è stato ricavato nei locali dell’ex Neurologia, al piano terra del nosocomio ed è stato dotato di 25 posti letto, più altri 8 disponibili in caso di emergenza nella struttura tendata, allestita nel piazzale antistante: ulteriori posti letto che si sono aggiunti ai 30 già presenti nel reparto originario, che al tempo risultavano insufficienti per fronteggiare l’emergenza.
La squadra di Emergency che ha operato nel reparto Covid-2 è stata costituita da 12 medici, 7 infermieri, 2 fisioterapisti e 3 operatori socio sanitari, che dal 4 dicembre scorso hanno trattato un totale di 31 pazienti con decorsi molto lunghi.
Collaborazione con personale ospedaliero
«Durante questi mesi abbiamo lavorato con i medici, i fisioterapisti, gli infermieri e gli assistenti socio sanitari dell’Ospedale San Giovanni di Dio con forte spirito di scambio e cooperazione. Ci siamo da subito messi a disposizione delle autorità locali per offrire il nostro supporto per tutto il tempo necessario, con l’obiettivo di rafforzare e ampliare la risposta già predisposta dalla Asp di Crotone» ha dichiarato Rossella Miccio, presidente di Emergency.
Pronti a tornare
Il 15 febbraio era stato individuato come data per la valutazione della necessità della prosecuzione delle missione. L’evoluzione della situazione epidemiologia nel crotonese nelle ultime settimane è migliorata e così, in considerazione del limitato numero di pazienti attualmente ricoverati (6 attualmente) e al trend dell’epidemia nella regione, è stato ritenuto che il mandato potesse concludersi, non escludendo però un eventuale nuovo intervento in caso di necessità. «Anche se la nostra missione si è conclusa, rimaniamo comunque pronti a intervenire di nuovo, qualora l’andamento dell’epidemia lo rendesse necessario» conclude Miccio.