Sospesi da giugno i pagamenti ai lavoratori assoldati nel servizio regionale ma a spese dell'azienda di appartenenza. L'ospedale ha ritenuto non più procrastinabile la liquidazione rimandando ad altre sedi il contenzioso con la Regione
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«La regolarizzazione contabile sarà chiarita in altra sede». Iniziano a cedere le mura burocratiche innalzate nel giugno scorso dall'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro contro il servizio di elisoccorso. Attività di competenza strettamente regionale autorizzata da un decreto datato 2000 ma mai più aggiornato, tanto da indurre alcune azienda sanitarie e ospedaliere calabresi a sospendere l'erogazione delle spettanze nei confronti dei proprio dipendenti assoldati nel servizio regionale ma a spese delle aziende di appartenenza.
Il blocco delle liquidazioni
La prima a frenare sugli emolumenti per l'elisoccorso era stata l'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, sciolta per infiltrazioni mafiose, che da oltre un anno non liquida più i suoi dipendenti che continuano però a prestare soccorso di emergenza sugli elicotteri. Aveva seguito a ruota nel giugno scorso anche l'azienda ospedaliera di Catanzaro che, con propria delibera, aveva «subordinato il pagamento dei compensi dovuti al proprio personale impiegato nel servizio di elisoccorso regionale all'incasso della correlata rimessa regionale».
Il silenzio della Regione
Il contenzioso nei fatti si avvitava, e continua ad avvitarsi, sulle competenze circa la liquidazione delle spettanze al personale che presta servizio di emergenza sugli elicotteri. Risale al 28 marzo del 2000 il decreto regionale firmato dall'allora dirigente generale del dipartimento Sanità Regione Calabria che fissava il compenso per il personale impiegato nel servizio di elisoccorso nella misura di 750.000 lire (387,34 euro) per i medici e di 400.000 lire (206,58 euro ) per gli infermieri a turno effettuato. Il provvedimento riporta ancora le cifre col vecchio conio e non è mai stato più aggiornato dalla Regione Calabria mentre le spese sono rimaste in capo alle singole aziende sanitarie e ospedaliere calabresi.
Il dietrofront del Pugliese
A cinque mesi di distanza arriva però il dietrofront dell'azienda ospedaliera che da giugno aveva sospeso i pagamenti nei confronti dei cinque dipendenti impiegati nel servizio di elisoccorso. Nella delibera vergata dal management appena qualche giorno fa si legge: «La direzione strategica aziendale ritenendo non ulteriormente procrastinabile il pagamento delle prestazioni rese dal personale medico di questa azienda impiegato nel servizio di elisoccorso ha dato disposizioni al dirigente responsabile della struttura operativa Gestione Risorse Umane di procedere al pagamento delle competenze economiche maturate, la cui regolarizzazione contabile nei confronti della Regione sarà chiarita in altra sede».
Decreti ingiuntivi ed esposti
Nelle scorse settimane i dipendenti avevano, infatti, iniziato ad affilare le armi, notificando i decreti ingiuntivi di pagamento nei confronti delle due aziende che avevano sospeso l'erogazione degli emolumenti. Un esposto era stato inoltre depositato in Procura da parte del sindacato degli anestesisti e rianimatori. Qualche giorno fa, infine, il passo indietro e la delibera con cui si autorizzano i pagamenti. Prosegue ora in solitaria la battaglia dell'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro che continua a bloccare i pagamenti ai suoi dipendenti da oltre un anno.