Un altro passo in avanti nell’inchiesta della Procura di Catanzaro sulle presunte irregolarità  nel bando di concorso per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale, dopo l’avviso di conclusioni indagini dello scorso novembre. I sostituti procuratori Domenico Guarascio e Fabiana Rapino hanno chiesto il rinvio a giudizio per 10 indagati tra politici, dirigenti regionali e legali rappresentanti di imprese. Si tratta di Giuseppe Gentile vice presidente del consiglio regionale, all’epoca dei fatti assessore ai Lavori pubblici, Giovanni Laganà , Antonio Capristo, dirigenti generale e di settore del dipartimento alle Infrastrutture e alle politiche della casa e Filippo Arillotta, dirigente dell’avvocatura regionale, Domenico Pallaria, responsabile unico del procedimento e presidente  la commissione del bando sull’edilizia. E ancora William Grimoli, legale rappresentante della società cooperativa Casabella, Giovanni Pianini, legale rappresentante impresa di costruzioni Arteg , Fiore Cava, legale rappresentante dell’omonima impresa, Antonio Tallarico, legale rappresentante dell’impresa Simea  Bina Sprovieri, legale rappresentante della  cooperativa “Il Parco”.

LE IPOTESI DI ACCUSA

Le accuse vanno a  vario titolo all’abuso di ufficio in concorso, alla falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale o dal privato in atto pubblico. Rei, secondo le ipotesi accusatorie, di aver approvato un nuovo bando firmato dalla Giunta Scopelliti, annullando il precedente varato dalla giunta Loiero, a scapito di diverse imprese e presunti responsabili di aver dichiarato mentendo di essere iscritti nell’Albo delle cooperative.  Escono di scena gli altri componenti la giunta di centrodestra che secondo le iniziali accuse avevano proceduto  al conferimento di incarichi  a favore di Laganà, trasferendo senza alcuna motivazione valida dirigenti di settore  in altri comparti, di fatto declassati. Per l’accusa è Giuseppe Gentile , di fatto il soggetto proponente l’annullamento del primo bando di concorso  per la realizzazione di alloggi  di edilizia sociale. Sarebbe stato proprio lui in qualità di assessore ai lavori pubblici, violando una serie di disposizioni normative,  a predisporre la delibera 474 del 2010 non iscritta all’ordine del giorno, fuori sacco come si dice in gergo, senza essere sottoposta al vaglio della preventiva istruttoria dell’Ufficio di segreteria della giunta. L’obiettivo era chiaro: sospendere l’esecutività delle graduatorie approvate e riguardanti il bando di concorso  per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale da offrire in locazione o in proprietà. E in concorso con Laganà, entrambi, in qualità di pubblici ufficiali, avrebbero procurato intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale all’avvocato Spataro del foro di Cosenza e al professore Gaetano Florio, ordinario all ’Unical di Cosenza, nominati come componenti esterni permanenti della Consulta tecnica regionale, senza un concorso pubblico, omettendo di “invitare” altri concorrenti. Laganà avrebbe nominato una specifica commissione con il compito di visionare gli atti di valutazione delle graduatorie inerenti il primo bando di concorso, avvalendosi di componenti esterni all’amministrazione, bypassando la possibilità di utilizzare risorse umane disponibili all’interno della struttura regionale al solo fine di arrecare agli esterni un ingiusto vantaggio patrimoniale corrispondente agli emolumenti per  l’incarico espletato. Ma andiamo per gradi. Laganà procede alla nomina della commissione , composta dal presidente Domenico Pallaria e dai due componenti esterni all’Amministrazione gli avvocati Egidio Masella e Giovanni Spataro con decreto datato agosto 2010,pubblicato però nel Bollettino ufficiale della Regione nel mese di ottobre 2010, quando la stessa commissione aveva già, stranamente, ultimato l’attività. Il dirigente dello stesso settore Antonio Capistro, anche lui finito sotto inchiesta per abuso di ufficio, non solo avrebbe convocato la commissione prima ancora che il decreto fosse registrato, ma avrebbe informato gli interessati degli effetti dello stesso decreto in un periodo antecedente alla sua formalizzazione. Gli avvocati Masella e Spataro risultano legati da precedenti rapporti con l’assessore Gentile , di fatto soggetto proponente l’annullamento del primo bando di concorso  per la realizzazione di alloggi  di edilizia sociale. Laganà in concorso con Capristo avrebbe privilegiato intenti collidenti con l’interesse pubblico approvando un nuovo bando che avrebbe spalancato le porte dei finanziamenti regionali  ad alcune imprese e cooperative (  tra queste le società cooperative “Casabella” , “Rinascita”, “Valentina” “Il Parco”, impresa “Sannilo” “Finanziaria F.lli Dodaro”, “Cofer”, “Poggio Verde”)  a danno di imprese come la Gatto Costruzioni uscite vittoriose nel primo bando di gara. Entrambi Laganà da un lato e Capistro dall’altro, avrebbero inserito  che le ditte partecipanti  potevano accedere al nuovo bando  senza la preventiva iscrizione all’albo nazionale delle società cooperative edilizie di abitazione ,modificando i requisiti di partecipazione anche nel primo bando del 2008 poi annullato in modo da consentire alle stesse imprese interventi più consistenti  altrimenti non attuabili. Grimoli, Chimenti, Cava  e Sprovieri, in qualità di legali rappresentanti di imprese, società di costruzioni, cooperative avrebbero falsamente attestato  nella domanda di partecipazione al bando di concorso per l’edilizia sociale regionale  di essere iscritte all’albo nazionale delle società cooperative. Mentre Pianini avrebbe falsamente attestato in qualità di legale rappresentante dell’impresa di costruzioni Arteg srl di Cosenza che l’ultimo bilancio dell’impresa era in pareggio o in attivo, mente era in perdita. Cava e Tallarico anche loro avrebbero attestato il falso, dichiarando nella domanda di ammissione di aver un titolo di proprietà sulle aree da intervenire contrariamente al vero. Arillotta avrebbe abusato della sua qualità di dirigente dell’avvocatura regionale, procurando intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale all’avvocato Giovanni Spataro mediante il conferimento di numerosi incarichi di patrocinio legale.  Laganà  in concorso con il responsabile unico del procedimento Pallaria, nell’ambito della realizzazione della cittadella regionale avrebbero procurato sempre all’avvocato Spataro un ingiusto vantaggio patrimoniale, consistito nell’affidamento dell’incarico per prestazione professionale di supporto al Rup per funzioni amministrative, inerenti la realizzazione della cittadella regionale, in assenza di qualsivoglia procedura di evidenza pubblica o omettendo di invitare altri concorrenti compatibili con la scelta della prestazione. Le indagini della Procura sono scattate in seguito a due esposti  della ditta “ Edilparco” e del noto imprenditore catanzarese Giuseppe Gatto, legale rappresentante della “Gatto Costruzioni spa”,  “fatti fuori” nel secondo bando. Anche se poi le due società, nonostante la pronuncia favorevole del Tar, hanno preferito raggiungere un accordo transattivo di qualche milione di euro con la Regione Calabria, nonostante le indagini penali in corso. Adesso la parola passa al gup del Tribunale di Catanzaro che nel contraddittorio tra le parti deciderà se accogliere o meno la richiesta formulata dalla Procura di rinviare a giudizio gli indagati.

Gabriella Passariello