VIDEO | Parla il dirigente della Protezione civile Domenico Costarella: «Nei minuti successivi rilevata un'onda di modeste proporzioni e quindi l'allarme è rientrato. Regione ad alto rischio sismico, necessario lavorare sulla prevenzione» (ASCOLTA L'AUDIO)
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«La Calabria e le sue coste sono esposte al rischio tsunami e lo sono, in particolare, dal lato orientale». Così il dirigente della Protezione Civile Calabria, Domenico Costarella, spiega le ragioni dell'allerta diramata alle prime ore dell'alba di ieri in conseguenza del drammatico terremoto che ha colpito Turchia e Siria. Un sisma di magnitudo 7.9 che ha indotto il dipartimento nazionale della Protezione Civile a diramare un allerta maremoto anche per la Calabria.
«Quando si verificano terremoti in Grecia o nella parte orientale dell'Europa, come accaduto in questo caso in Turchia e in Siria, scatta un sistema di allerta tsunami nei casi in cui il terremoto raggiunga una magnitudo superiore a 5.5. Si tratta di un sistema automatico, denominato Siam - chiarisce ancora il capo della Prociv Calabria - che fa partire le allerte direttamente dall'Ingv e dal dipartimento della Protezione Civile. Queste allerte sono trasmesse alle sale operative regionali oltre a tutti i soggetti censiti nella piattaforma. È un sistema dinamico che si aggiorna progressivamente in base ai dati rilevati al passaggio dell'onda da dove si è generata fino alle nostre coste».
L'allerta tsunami è successivamente rientrata ma l'esposizione della Calabria a questo genere di rischio cosa comporta?
«Ovviamente ogni terremoto ha la sua storia e produce effetti in base all'intensità, alla profondità e ad altre condizioni sismogenetiche - precisa Costarella -. Se l'allerta non fosse rientrata ci si sarebbe potuti aspettare una onda che avrebbe potuto interessare le nostre coste però tutto dipende dalle condizioni che hanno provocato l'innesco di questa onda. Rispetto a quello che è successo ieri già dalli primi minuti successivi alla scossa è stata rilevata una onda di modeste proporzioni e quindi l'allarme man mano è rientrato».
La Calabria è pronta a simili rischi?
«La Calabria è pronta a molti rischi perché siamo soggetti a rischio sismico, maremoto, idraulico e di incendi. Esistono gli strumenti di pianificazione sia a livello comunale che sovracomunale e quindi è fondamentale continuare a lavorare sulla prevenzione, sulla pianificazione, sulla conoscenza e consapevolezza del rischio».
Nel caso in cui l'allerta non fosse rientrata, quali sarebbe state le azioni adottate per mettere al riparo la popolazione?
«Si sarebbe intervenuti trasferendo la popolazione che si trova lungo la linea di costa in luoghi più sicuri».
Sappiamo che la Calabria è una regione ad alto rischio sismico, potrebbe verificarsi un evento sismico simile per intensità?
«I terremoti non si possono prevedere, noi possiamo fare un confronto con la storia sismica della nostra regione. Il terremoto di cui abbiamo conoscenza e che ha provocato più danni è stato quello di Reggio Calabria e Messina del 1908 stimato con una magnitudo di 7.1 ma non essendoci all'epoca un sistema di rilevamento automatico come avviene adesso. Ci sono poi stati altri terremoti importanti, tuttavia, non possiamo escludere terremoti forti che possano avere delle conseguenze anche importanti. I terremoti non possono essere previsti ma è necessario lavorare moltissimo sulla prevenzione sia dal punto di vista della conoscenza del rischio, della consapevolezza, dei comportamenti da adottare prima e dopo una scossa di terremoto. In tal senso, invitiamo a seguire le campagne di sensibilizzazione promosse dalla Protezione Civile. Ma poi bisogna anche fare prevenzione strutturale rispettando le norme tecniche per le costruzioni con criteri antisismici».