Nelle intercettazioni dell'inchiesta Helios emerge un quadro desolante: in cambio di piccole utilità l'ex funzionaria della Città metropolitana, oggi assessore regionale ai Lavori pubblici, avrebbe fatto gli interessi dei privati a discapito del Comune di Reggio Calabria e della Città metropolitana. In serata la sua nota: «Non c'entro, lo dimostrerò»
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Per i magistrati, l’assessore regionale Domenica Catalfamo, finita nell'inchiesta Helios, faceva parte di un sistema. Era il baricentro fra i privati e la pubblica amministrazione, terminale e mediatrice di richieste, incontri, favori, la gola profonda dell’Avr (società che si occupa della gestione dei rifiuti e della manutenzione stradale) per affari e appalti. E con l’azienda c’era «uno stabile sodalizio in cui i dirigenti di AVR S.p.a. erano impegnati a garantire gli interessi privati dei pubblici amministratori, in maniera che questi avessero un atteggiamento più lasco nei controlli imposti alla S.p.a. e più sensibile alle sue esigenze di amplificazione dei profitti». E lo era da anni – emerge dall’indagine sviluppata dai carabinieri di Reggio Calabria, diretti dai pm Stefano Musolino, Walter Ignazzitto e Alessandro Moffa - quanto meno dai tempi della provincia del presidente Giuseppe Raffa, per il quale non ha esitato a chiedere favori, dopo aver mediato incontri al di fuori dell’ufficio.
Guadagna l’Avr, incassa la politica, paga la città
Sulla pelle della città, con una mancia di lavoro come moneta di scambio, i privati profumatamente pagati per servizi pubblici essenziali avevano stretto un patto. La politica chiedeva posti di lavoro e scatti di carriera per i propri “protetti”, da cui andare a bussare al momento del voto per riscuotere “la cortesia”. L’azienda di buon grado li elargiva per «ottenere un controllo meno severo sul proprio operato e prevenire attacchi pubblici da parte dei suddetti amministratori». Vincevano entrambi, pagava la città, condannata da logiche clientelari a sopportare servizi non adeguati.
L’assessore “contatto essenziale” per Avr
A gestire il traffico, il neo-assessore regionale Domenica Catalfamo. Un nome noto a pochi prima di essere chiamata in squadra da Jole Santelli. Ma lontano dai riflettori aveva un ruolo e un peso. E intercettata ha dimostrato di esserne perfettamente consapevole. Quelli dell’Avr, diceva, «fanno malissimo a stare qua dopo la riduzione del canone». L’affare per l’azienda non era più conveniente, ma c’era un investimento di lungo periodo e la speranza «che vincono la gara o che possono mantenere perché ormai hanno fatto una struttura qua di tutto rispetto» spiegava «e quindi vogliono tenere i contatti». E quel contatto era lei. Lo dice chiaro e tondo il presidente del cda Nardecchia « Se si rompe il rapporto di fiducia con la Catalfamo – commentava con il suo responsabile reggino Romeo – chiude… finisce l'appalto».
Moneta di scambio
Forte di quel potere, Catalfamo non ha esitato a chiedere favori e aiuti. «Benefici di natura privata» scrivono i magistrati «di irrisorio valore economico» ma che «risultano incompatibili con il ruolo teoricamente super partes rivestito dal pubblico ufficiale a cui spettava il controllo sull'attività svolta dalla società». Lei però di quel ruolo di arbitro non sembra essersene curata poi molto. Anzi senza pudore alcuno ha chiesto favori per sé e per gli altri.
Servizio taxi targato Avr
Il 16 maggio del 2015 ad esempio ha alzato il telefono per chiedere aiuto per organizzare il diciottesimo compleanno della figlia. Dall’altra parte c’era il responsabile della sede reggina di Avr, Enzo Romeo. «ti volevo dire, secondo te qualcuno dei vostri eh. .. potrebbe trovarsi ... ti chiedo una mano di aiuto, perché ci siamo un po' impelagati». Una mano consiste in una o più auto con autista che «potrebbe trovarsi alle otto, otto e un quarto massimo, al museo per fare un viaggio con un po' di compagni di Giuliana, perché Luca già dovrà fare tre viaggi e tra l'altro avrà un cartello lungo due metri nella macchina». E Romeo si mette a disposizione «senti hai bisogno di una macchina o due?».
«Ma almeno non potevate prendere un mezzo senza logo?»
E sempre a lui, il neoassessore si rivolge per un altro problema logistico. «Senti Enzo, la possibilità di portare un tapis roulant da casa di mia madre a casa nostra ce l'abbiamo?» dice l’allora dirigente, con una familiarità che appare quanto meno inopportuna. Romeo esegue e il suo braccio destro su Reggio, Veronica Gatto, si inalbera «Scusa non ve lo potevate prendere un mezzo senza logo?» lo apostrofa e poi «Gli avete mandato gli operai in divisa?». Perché evidentemente sa che la cosa è assai scivolosa.
Un favore per il presidente
In altre occasioni, l’assessore non ha pensato per sé, ma per altri. Nello specifico, per l’allora presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, almeno una volta invitato nella casa a mare di Catalfamo per una riunione con il presidente di Avr, Nardecchia. Nell’ottobre 2015, Raffa ha un problema. O meglio, lo ha la figlia della moglie. «Deve fare specialistica in psicologia e vuole fermarsi inizialmente una settimana da lunedì 12» a Milano, spiega Catalfamo a Nardecchia, a cui senza timore chiede «sai della possibilità di un alloggio a Milano per una settimana per la figlia della moglie del presidente?». E anche il presidente dell’Avr si mette a disposizione. «Dai il mio numero alla figlia della moglie e ci penso io».
Le rimostranze di Castorina
Ma anche Catalfamo si mette a disposizione per l’azienda. Ed è lei a informare di dirigenti sugli umori della politica, come nel caso del consigliere metropolitano Nino Castorina. Davanti a lei, il giovane consigliere metropolitano lanciava strali contro Avr. «Se questi non lavorano come devono lavorare su tutti i punti di vista cioè attività, coinvolgimento delle persone, sponsorizzazione delle attività che facciamo, nei limiti ovviamente della legalità ... cioè io… ti dico la verità.. se non fanno le cose per bene mi controllo tutti gli atti». Come se la valutazione delle attività di un’azienda che lavora per il Comune non fosse la normalità, ma una minaccia. E per Castorina, era tutto normale perché «al Comune fanno così», perché «soggetti ... consiglieri regionali per esempio ... oppure ... nello specifico ... gente come Mimmo Battaglia, come Seby Romeo hanno coinvolto persone là dentro». E poi – sosteneva - «Io chiedo cose legali». O almeno di questo era convinto.
Le confidenze (e omesse denunce) di Catalfamo
Un discorso che la Catalfamo si affretta a riferire per filo e per segno ad Avr. «All'una spunta Castorina – racconta a Romeo - e se ne va alle due dicendone cose di una illegalità che Mimmo passava davanti e mi faceva tipo “ma cavolo pensi di dire queste cose?”». Che lei ovviamente non si è sognata neanche di denunciare – e questa è una delle contestazioni che le vengono mosse – ma ha riferito subito ai responsabili di Avr. «Siccome voi non andate da lui a "togliere il cappello» spiega, Castorina si sarebbe indispettito per mancate assunzioni richieste. E non solo.
La vendetta del consigliere metropolitano
La sintesi la fanno i carabinieri, in uno stralcio di informativa riportata nelle carte. «Castorina – dice Catalfamo a Romeo - vorrebbe che il rapporto ASE (controllata di Avr ndr) -Città Metropolitana fosse speculare e clientelare come quello Avr-Comune di Reggio Calabria». Le richieste – dice intercettata l’attuale assessore – erano «che devi fargli o lo sponsor o uno sponsor perché lui è abituato così, al Comune fanno cosi e al Comune vi chiamano... che a Zimbalatti gli fate sia lo sponsor sia quando ci sono discariche abusive gliele andate a togliere». Ma soprattutto, spiega la dirigente, proprio a causa di quelle che il giovane politico reggino considerava “mancanze” avrebbe deciso di vendicarsi. Una «cosa gravissima» spiega Catalfamo, che riferisce al privato ma non segnala né alla sua amministrazione, né alla procura. «L’anno scorso lui non ha fatto mettere i soldi in bilancio per la manutenzione a causa del vostro comportamento» dice. E identiche cose ha detto in un’altra occasione a Nardecchia.
Gola profonda per l’azienda
Con l’Avr, Catalfamo sembrava legata a doppio filo. Per loro ha fatto la gola profonda, fornendo alla dirigenza dell’Avr informazioni e notizie riservate, in violazione dei doveri di segreto e riserbo che gli erano propri, «intervenendo in modo da agevolare il celere andamento delle procedure amministrative e “sbloccare” alcune situazioni di impasse che avrebbero potuto pregiudicare gli interessi di Avr spa».
«Non c'entro, lo dimostrerò»
In serata, dopo una giornata sotto i riflettori della stampa locale e nazionale, è arrivata la dichiarazione dell'assessore regionale, che dice di aver fiducia «nell’operato della Magistratura». «Ritengo di poter affermare di avere sempre agito esclusivamente nell’interesse della pubblica amministrazione con onestà e trasparenza - si legge nella nota diffusa da Catalfamo -. Relativamente alle condotte indicate nell’avviso, che si riferiscono ad ipotesi di reato contro la P.A., in attesa di prendere visione degli atti che ancora non possiedo, evidenzio la mia totale estraneità che certamente avrò modo di dimostrare nelle competenti sedi giudiziarie, spero nel più breve tempo possibile».