È morto all'età di 63 anni il giornalista calabrese Amedeo Ricucci. Storico inviato di guerra della Rai, ad aprile del 2013 era stato rapito insieme ad altri colleghi in Siria e liberato dopo 11 giorni.

A dare notizia del decesso, con una nota, è il Cdr del Tg1 nella quale si legge. «Ciao Amedeo, te ne sei andato mentre facevi quel lavoro che tanto amavi. Difficile qui trovare parole che non sembrino scontate, per esprimere il profondo dispiacere e la tristezza per la perdita di un compagno di strada straordinario. Appassionato nel suo essere giornalista, inviato speciale. Amava quello che faceva, raccontare la realtà che andava a scovare negli angoli del mondo e nei momenti più bui, come quelli della guerra. A rischio della propria stessa vita».

«Per tanti anni al Tg1 e alla Rai - si legge ancora nella nota - ha dato un contributo enorme non solo professionale ma umano. Sempre partecipe, sempre in prima linea quando si trattava di discutere insieme del presente e del futuro della nostra professione. Si è preso cura della redazione, impegnandosi come Cdr, si è sempre impegnato nelle battaglie sindacali. Appassionato, anche qui, come pochi. Difensore del mestiere più bello del mondo. Che ti ha accompagnato fino alla fine. Noi, tutti noi, cercheremo di portare avanti quel testimone. Ciao Amedeo! Appena possibile forniremo le informazioni per partecipare al cordoglio ed esprimere la propria vicinanza», conclude la nota del Cdr del Tg1.

Il ricordo dell’ex sindaco Aieta: «La prematura dipartita di Amedeo Ricucci è una brutta notizia per la nostra città ma anche per il giornalismo intero, quello fatto di coraggio, scarponi, telecamera e taccuino. Sempre alla ricerca della verità, spesso a rischio e pericolo della propria vita. Come quei terribili momenti del suo rapimento in Siria. E poi la liberazione e il suo ritorno a casa accolto dalla città con tutti gli onori».