Il sociologo nato a Pellaro è stato capo Ufficio stampa del Comune di Reggio Calabria e portavoce della Provincia. Le condoglianze dell'editore Domenico Maduli
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È morto il giornalista Antonio Latella, aveva 78 anni. È stato capo Ufficio stampa del Comune di Reggio Calabria e portavoce della Provincia di Reggio Calabria.
«Nato a Pellaro di Reggio Calabria il 1° gennaio 1945, laureato in Scienze Politiche all’Università di Messina e in Sociologia alla “Carlo Bo” di Urbino, era giornalista professionista iscritto all’Ordine della Calabria dal 4 dicembre 1986, dopo tanti anni di pubblicismo e altrettanti di faticoso precariato dedicati ad inseguire il tesserino e il diritto di lavorare», si legge sul sito giornalistitalia.it.
«Professionista con Il Giornale di Calabria - continua l'articolo di giornalistitalia.it -, ha lavorato per centinaia di testate, tra cui Telespazio Calabria, Agenzia Italia, Il Mattino, la Sicilia, La Gazzetta del Mezzogiorno. Un giornalista a tutto tondo in tutti i settori della professione: dalla cronaca nera alla politica, allo sport; e su ogni mezzo d’informazione: dalla radio alla televisione, dai periodici ai quotidiani, dalle agenzie di stampa al web. Un giornalista attento e scrupoloso in una terra troppo spesso avara con chi lavora con passione e abnegazione, senza mai guardare l’orologio se non per rispettare l’invio di un servizio, un articolo o un comunicato stampa, per organizzare una conferenza stampa, seguire un sindaco poco incline ai rapporti con i giornalisti o un interminabile Consiglio comunale, trascorrere intere notti sul luogo di un delitto o un sequestro di persona, alzarsi all’alba per seguire un’operazione di polizia, affrontare lunghe e faticose trasferte in giro per l’Italia per garantire la radiocronaca di una partita di calcio della Reggina trasmessa da un’emittente locale».
«Antonio Latella è stato tutto questo e tanto altro. Forse anche troppo, considerato che, negli ultimi anni, sebbene duramente provato dalla malattia e profondamente addolorato per la perdita della sua Stella, la santa donna con cui ha condiviso ogni attimo della sua vita e cresciuto con infinito amore due figli, i colleghi Angela e Giampaolo, ai quali ha insegnato di tenere sempre fede agli inderogabili valori della vita: lealtà, rispetto e tanto studio perché nessuno ti regala niente. Valori che Antonio aveva imparato amando uno sport duro, crudele e spietato come il ciclismo, nel quale ogni pausa o distrazione ti fa perdere contatto con i battistrada mettendoti fuori gioco».
Ai colleghi Angela e Giampaolo e agli altri familiari, le più sentite condoglianze dell’editore del Network LaC Domenico Maduli, e dalla redazione di LaC News24.