Non ce l’ha fatta la donna di 46 anni originaria del Crotonese e ricoverata all’Annunziata di Cosenza per un malore accusato pochi giorni dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca. Il suo cuore ha cessato di battere nella giornata di ieri, dopo tre settimane di agonia. 

Il decesso è stato segnalato all'Aifa dall'Azienda Ospedaliera di Cosenza ma probabilmente non sapremo mai con certezza se il malore accusato da Irene Lomoro, originaria di Verzino ma residente a Caccuri, nel crotonese, sia da mettere in relazione alla dose di vaccino AstraZeneca che le era stata somministrata nel centro di Mesoraca, qualche giorno prima del trombo che le ha causato un evento ischemico di portata tale da condurla alla morte.

I sanitari dell'Annunziata, dove era giunta in elisoccorso e in gravi condizioni, hanno tentato in tutti i modi di salvarla. Dopo una breve degenza in terapia intensiva hanno dovuto arrendersi. I familiari hanno acconsentito a donare gli organi. Lascia il marito e due figli.

Impiegata in una Residenza Sanitaria per Anziani, secondo quanto si apprende da fonti ospedaliere, nel mese di dicembre scorso aveva contratto il Coronavirus, superando senza conseguenze l'infezione. Pochi giorni dopo aver ricevuto l'iniezione del vaccino anglo-svedese, ha avvertito una paralisi del braccio, primo sintomo dell'ictus poi trattato chirurgicamente all'Annunziata, quando ormai era troppo tardi.

Un'altra donna di 49 anni, di Verzino, anche lei vaccinata con Astrazeneca, prima che scattasse il divieto di somministrazione ai soggetti under 60, è ricoverata sempre per una trombosi, al San Giovanni di Dio di Crotone.