VIDEO | Valeria ha 48 anni, vive a Scalea e ha alle spalle una vita travagliata. Per consentire gli studi a sua figlia si è trasferita a casa dell'anziana madre, ma questo non è bastato a restituirle dignità. Ora lancia un disperato appello
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Valeria vive a Scalea, è una donna forte, nella sua vita ha superato violenze fisiche e psicologiche di ogni genere. Ha un divorzio doloroso alle spalle, ma non si abbatte, deve farlo per la sua piccola principessa, come la chiama lei, affinché cresca in un ambiente sereno. Si rimbocca le maniche e si dà da fare, svolge cento, mille lavori pur di portare il pane a tavola e la sua vita, a un certo punto, sembra scorrere finalmente tranquilla. Un giorno, però, rimane coinvolta in un brutto incidente stradale. Per fortuna le sue ferite non sono gravi, ma gli esiti dei controlli la mettono di fronte all'ennesimo dramma: è affetta da siringomielia e dalla sindrome di Arnold-Chiari, rare malattie genetiche neurologiche che, presto o tardi, le toglieranno forza e vitalità.
Il dramma della malattia
I sintomi, poco dopo, cominciano a manifestarsi. Valeria ha dolore alla schiena, alle gambe, alla testa, le ossa si deformano e anche la vista comincia a dare problemi. Deve smettere di lavorare. L'Inps applica la legge 104 e le riconosce una pensione di invalidità da 280 euro al mese, ma ben presto si rende conto che non le bastano nemmeno per le bollette della luce. Nel frattempo sua figlia, che riceve 370 euro di mantenimento dal padre, decide di andare all'università e più della metà servono per pagare il fitto di una camera. Valeria non vuole che sua figlia rinunci agli studi e per decimare le spese si trasferisce dalla sua anziana madre, rinunciando nuovamente alla sua libertà, che aveva riconquistato negli anni con fatica. Le spese, però, continuano ad aumentare e, nonostante i dolori, cerca di sbarcare il lunario facendo di tanto in tanto le pulizie negli appartamenti. Ma nemmeno questo basta. Valeria è stanca, è stremata, dovrebbe soltanto riposare e invece nonostante i sacrifici si ritrova sempre al punto di partenza. Chiede aiuto, anche alle istituzioni, ma glielo negano. Non sa più a che santo votarsi. Vive giorni terribili, nei quali affiorano alla mente pensieri indicibili. A volte Valeria non ha più nemmeno voglia di vivere: «Che esempio sono per mia figlia?».
L'appello: «Fatemi lavorare»
Valeria sente la necessità di cambiare, di voltare pagina, ha bisogno di stare bene. Ma non chiede l'elemosina, né vuole perdersi in discorsi inutili e ridondanti. Ha spalle larghe e non ha paura, nemmeno della malattia, che affronta con coraggio. Valeria, nonostante tutto, chiede soltanto di poter lavorare. «Sono disposta a fare qualsiasi lavoro, anche continuare a fare le pulizie, purché abbia uno stipendio regolare che mi consenta di vivere con dignità». Valeria lo urla ai nostri microfoni alla presenza del consigliere comunale Eugenio Orrico, del gruppo "Pensiamo a Scalea", che da tempo segue la vicenda e ha promesso di portarla all'attenzione dell'intero consiglio comunale di Scalea, appena se ne presenterà occasione. Nel frattempo, Valeria spera che le sue parole arrivino dritte al cuore di qualche imprenditore locale. Sta per arrivare Natale e quest'anno vorrebbe fare un regalo grandissimo alla sua principessa. Un regalo che finora non ha mai potuto permettersi.