La Cassazione ha annullato con rinvio il verdetto di secondo grado che aveva visto assolvere il padre e condannare il congiunto a 8 anni di reclusione. Dell'episodio, risalente al 2008, hanno parlato anche diversi collaboratori di giustizia
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Sarà necessario un nuovo processo d'Appello, a Catanzaro, per Pantaleone Mancuso, detto l'Ingegnere, considerato uno dei capi dell'omonimo casato mafioso di Limbadi, e per il figlio Giuseppe Salvatore, imputati per il duplice tentato omicidio della zia Romana Mancuso e del figlio Giovanni Rizzo.
La Cassazione ha infatti annullato con rinvio il verdetto di secondo grado che aveva visto assolvere il padre e condannare il figlio a 8 anni di reclusione. Ad entrambi contestata l'aggravante mafiosa del fatto commesso nelle campagne di Limbadi il 26 maggio del 2008. Il collegio di difesa era costituito dagli avvocati Francesco Sabatino, Valerio Spigarelli, Francesco Capria e Mario Santambrogio.
Dell'episodio hanno parlato vari collaboratori di giustizia, in particolare proprio Emanuele Mancuso - figlio di Pantaleone e sentito anche nel corso del processo d'appello - e ultimamente il neo pentito Pasquale Megna che ha indicato gli imputati quali autori «per averlo appreso - racconta - dai diretti interessati».