I difensori dell’imputato provano a riscrivere il film del delitto sulla base dell’analisi dei fotogrammi della videocamera che ha ripreso il passaggio dell’auto delle vittime. Il Ris di Messina non si sbilancia e si mantiene «neutrale» tra l’ipotesi dei legali e quella della Dda di Catanzaro
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Entra nella fase caldissima il processo sul duplice omicidio avvenuto tra Cassano Ionio e Castrovillari. Nell'ultima udienza svoltasi nell'aula della Corte d'Assise di Cosenza, la difesa di Francesco Adduci ha fatto acquisire il servizio video del Tgr Calabria nel quale si vedono due tracce ematiche sul luogo in cui sono stati ritrovati Maurizio Scorza e la fidanzata Hanene Hedlhi detta Elena, trucidati da due killer.
Secondo la Dda di Catanzaro - rappresentata in udienza dal pubblico ministero Alessandro Riello - gli esecutori materiali dell'agguato di stampo mafioso avrebbero agito nel podere dell'allevatore cassanese. Poi sarebbero usciti dalla masseria dirigendosi verso Castrovillari, in contrada Gammellone, area dove sono stati abbandonati i corpi delle due vittime. Scorza è stato occultato nel portabagagli insieme a un agnellino che aveva comprato poco prima da Adduci, mentre la donna era sul lato passeggero.
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La linea difensiva
Gli avvocati Cesare Badolato e Giancarlo Greco, difensori di Francesco Adduci, sostengono l'esatto contrario. Per i due penalisti, Scorza e la sua compagna di vita sono stati assassinati in contrada Gammellone dopo le 18.24 del 4 aprile 2022 e ritengono che questa sia la verità processuale alternativa alla ricostruzione accusatoria sulla base delle deduzioni messe nero su bianco dal consulente difensivo Fabrizio Coscarelli. E qui entrano in gioco la relazione tecnica della difesa, che a sua volta ha valutato la perizia dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Cosenza e del criminologo Luca Chianelli, e le controdeduzioni del Ris di Messina, chiamato a intervenire dopo l'esame dibattimentale del teste qualificato Coscarelli.
Telecamere e disallineamento
La difesa dell'imputato ritiene che «l'intera attività investigativa basata dell'esame delle video riprese estrapolate dall'impianto di video sorveglianza dell'unità abitativa di proprietà» di un uomo di Cassano sia affetta «da un'iniziale e palese errore di valutazione dovuto al posizionamento e alla prospettiva adottata dalla "Cam 4"». Il consulente Coscarelli ha osservato «un disallineamento del tracciato stradale in modo evidente e quasi grossolano», rispetto al percorso fatto dalla Mercedes di Maurizio Scorza. Il disallineamento consisterebbe nel fatto che sono stati estrapolati 21 fotogrammi afferenti alle riprese della videocamera denominata "Cam 4" nei periodi di riferimento 4 aprile (data dell'omicidio) e 1 marzo 2024 (data del sopralluogo autorizzato al consulente dalla Corte d'Assise di Cosenza) in deduzione all'attività del Ris di Messina svolta il 7 e 8 febbraio 2024.
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Il consulente difensivo ha rilevato che «a seguito dell'estrapolazione dei 2 fotogrammi, è stato creato un filmato della durata di circa un minuto, attraverso il quale si evince la variazione di ripresa del suddetto dispositivo di videosorveglianza negli anni suindicati di riferimento». Per Coscarelli il Ris non ha rettificato l'angolazione della telecamera Cam 4 e sarebbe incorso in un errore di natura metodologica e non strumentale. Questo avrebbe impedito di valorizzare come oggettive le risultanze a cui le autorità sono pervenute in quanto le comparazioni non riguardano lo stesso scenario.
Le conclusioni su questo punto di Coscarelli sono le seguenti: la porzione di tracciato ripresa dalla Cam 4 il giorno del duplice omicidio denotava un colore grigio, mentre alla data del 2024 la stessa è di colore rossastro. E ancora: sovrapponendo il tracciato di colore grigio con il tracciato di colore rossastro è lapalissiano il disallineamento tra le due rappresentazioni della strada e conseguentemente di tutto il paesaggio a contorno, linea di orizzonte, profondità del tracciato e posizione dei veicoli transitanti. Secondo Coscarelli, quindi, tutte le prove di analisi e confronto video realizzato dal Ris di Messina sono invalide, compresa quelle espletate dal consulente.
Le fasi pre e post duplice omicidio
Il consulente ha sottolineato che Scorza quel giorno aveva percorso più volte la stessa strada adiacente al podere di Adduci. Inoltre, secondo Coscarelli, ma lo sostengono anche i due difensori, non è possibile che gli esecutori materiali del duplice omicidio abbiano fatto tutto in soli 3-4 minuti (incapprettamento di entrambi i soggetti all'interno dell'auto con Scorza riposto nel vano bagagli).
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Le "prove bollini"
Il Ris di Messina per tentare di smentire ciò che era stato detto da Coscarelli dinanzi alla Corte d'Assise di Cosenza, su mandato del pm Riello, ha attuato le cosiddette "prove bollini", applicando dischi adesivi di vario colore e di vario diametro sul lato conducente di un'auto. Coscarelli ha criticato la scelta di utilizzare la Fiat Grande Punto che «è di certo elemento di difformità rispetto al veicolo di interesse sia in termini cromatici di confronto tra i due veicoli, sia in termini dimensionali di rapporto tra ubicazione delle singolarità e tutti gli altri componenti circostanti del veicolo».
Sempre secondo Coscarelli «l'alternativa metodologica adottata con dei bollini neri non è equiparabile alla prova richiesta dal pm», evidenziando di conseguenza un'incomparabile morfologica. Questo perché «non è rappresentato lo "spanciamento" del lamierato verso l'esterno; non è cromaticamente rappresentata l'alternanza fra i vari colori della vernice a seguito del suddetto spanciamento; non sono definibili i contorni frastagliati dell'unico foro di uscita; la geometria del foro di uscita è tale da svilupparsi in modo accentuato in linea verticale e in modo limitato in linea orizzontale, pertanto la rappresentazione con un bollino circolare è geometricamente totalmente differente». Dunque, scrive Coscarelli, tale metodologia «non è condivisibile sotto un profilo squisitamente tecnico scientifico e come tale è da non ritenersi valida».
Frammenti e foro
Il consulente difensivo ha spiegato che le risultanze ipotizzate dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza - Nucleo Investigativo - sono "del tutto neutre". I militari dell'Arma infatti avevano ritenuto certa la presenza dei frammenti e del foro sulla portiera della Mercedes «ma ancora ad oggi risultano poco verosimili rispetto all'ipotesi tecnicamente più accreditata che la Cam 4 inquadrasse il veicolo transitante a finestrino aperto in assenza di frammenti visibili lungo il perimetro di pertinenza del discendente e con lo sportello lato guida in condizioni di integrità».
Il Ris di Messina risponde ai quesiti
Rispetto alle attività poste in essere dal Ris di Messina, si deduce che le "prove bollini" hanno avuto un esito positivo in maniera chiara con quelli di colore bianco, inquadrati e visibili dall'alto sul lato conducente.
Quanto ai quesiti formulati dal pubblico ministero Alessandro Riello, gli specialisti dell'Arma dei carabinieri hanno fornito un'adeguata risposta sia per quanto riguarda «il sistema di acquisizione e le condizioni di ripresa» che per quanto d'interesse sulla qualità delle riprese e dalla circostanza che l'area di crocevia interessata, nella quale confluiscono la "strada 1" e la "strada 2", non consente una diretta visione dei transiti delle vetture coinvolte, né di eventuali altri veicoli o meno».
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Nel primo caso il Ris di Messina scrive: «Non risultano idonei a riprodurre costantemente elementi apposti sulla fiancata di un'automobile usata in prova. I dati acquisiti non determinano alcuno sbilanciamento rispetto alle due ipotesi a priori formulabili (da un lato la presenza del foro e dall'altro l'assenza del foro) rispetto alle quali permane una situazione di neutralità». E aggiungono: «Non essendo stato possibile accedere ad un'analisi visiva di eventuali frammenti di vetro, al riguardo non è formulabile alcuna conclusione».
Infine, si ha evidenza di movimenti alla visione che, richiamate le avvertenze appena formulate, se associati al passaggio della Mercedes e della Suzuki indicate nel quesito, rendono possibile supportare l'ipotesi che il transito in questione sia avvenuto per strada differente da quella per la quale transita successivamente il veicolo in tinta chiara associato in delega alla Fiat Panda della Polizia Locale».
La Corte d'Assise (presidente Paola Lucente, giudice a latere Marco Bilotta) nella prossima udienza vorrà avere le idee chiare sulle tracce di sangue rinvenute nella periferia di Castrovillari, così da valutare tutti gli elementi in Camera di Consiglio, non prima di aver ascoltato la requisitoria del sostituto procuratore antimafia Alessandro Riello e gli interventi difensivi dei penalisti Badolato e Greco.