Nuova udienza del processo d’appello bis sul duplice omicidio Cristaldi-Nucerito, dove sono imputati il boss degli “zingari” di Cassano Ionio, Francesco Abbruzzese, meglio conosciuto come Dentuzzo, e il collaboratore di giustizia, Nicola Acri, ex esponente dell’associazione mafiosa e referente di Rossano. Il pentito rossanese, conosciuto come Occhi di ghiaccio, ha deciso di collaborare con la Dda di Catanzaro, dopo aver passato oltre dieci anni al 41bis. Una collaborazione che starebbe aiutando i magistrati antimafia a ricostruire i delitti eccellenti commessi prima del suo ingresso in carcere, al termine di una latitanza in Emilia Romagna, precisamente a Bologna.

La procura generale di Catanzaro, rappresentata in udienza dal pg Salvatore Maffia, ha esaminato il pentito Nicola Acri che ha ripercorso la sua carriera criminale, riferendo nel dettaglio sulle imputazioni contestate dall’accusa, a seguito della sentenza annullata dalla Cassazione, che aveva accolto le richieste difensive. Preliminarmente, l’avvocato Roberta Provenzano, difensore di Francesco Abbruzzese, ha posto una serie di questioni circa l’utilizzabilità o meno delle dichiarazioni di Nicola Acri, in quanto mancherebbe il verbale illustrativo della collaborazione con l’autorità giudiziaria. Secondo la difesa di Abbruzzese, inoltre, non si conosce neanche il periodo in cui Nicola Acri ha iniziato a riempire verbali con la Dda di Catanzaro (e non solo) e se i 180 giorni siano terminati o meno. Insomma, una serie di considerazioni che al momento non hanno trovato risposta da parte di chi accusa i due imputati.

Acri sul duplice omicidio Cristaldi-Nucerito

Nicola Acri ha affermato di aver partecipato all’omicidio di mafia in compagnia di «Francesco Abbruzzese e Filippo Solimando». Il pentito ha spiegato di aver guidato l’auto solo nel viaggio d’andata, mentre a dare il colpo di grazia a Cristaldi sarebbe stato Dentuzzo che, a dire di Acri, aveva deciso di eliminare Cristaldi in quanto temeva che la vittima volesse ucciderlo per primo. Alla base quindi non ci sarebbero stati motivi legati al traffico di droga, di cui gli Abbruzzese si sarebbero interessati nel corso degli anni successivi, né al controllo del territorio. Acri, dunque, ha chiarito che in realtà doveva morire solo Cristaldi e che Nucerito è stato assassinato solo perché si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato.

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