Avrebbero avuto gioco facile, Salvatore Abbruzzo e Francesco Gualtieri, la domenica del 19 novembre del 2006, quando in località Cuti a Sorbo San Basile posero fine ai contrasti territoriali insorti tra la famiglia Cossari e i Catarisano per il controllo dell'area di Roccelletta di Borgia. All'interno del villaggio Lagomar trascorreva la sua latitanza, Massimiliano Falcone, esponente di spicco della famiglia Cossari e conosciuto per la sua "caratura criminale e spregiudicatezza, in particolare, nella gestione delle attività estorsive". Una rapida ascesa al vertice, altrettanto rapidamente stroncata, secondo la ricostruzione fornita tredici anni dopo dal nucleo investigativo dei carabinieri coordinati dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che ha fatto luce sul duplice omicidio di Massimiliano Falcone e del cugino Davide Iannoccari.

 

Il ruolo dei pentiti

La chiave di volta delle indagini risiede questa volta nelle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia: Raffaele Moscato, Gennaro Pulice e Santino Mirarchi, tutti concordi nell'attribuire il duplice omicidio ai due esponenti dei Catarisano, avvicinatisi al reggente della famiglia contrapposta ma solo per decapitarne il vertice. "A mettere mano sul territorio di Roccelletta erano stati Abbruzzo e Gualtieri" racconta Gennaro Pulice al procuratore aggiunto, Vincenzo Capomolla. Racconta di più Santino Mirarchi quando nel corso dell'interrogatorio reso il 16 giugno del 2016 riferiva di aver preso parte ad una riunione «alla quale erano presenti Massimiliano Falcone, al tempo latitante, i suoi sodali Giuseppe Fraietta, Davide Iannoccari, Eros Cavigliano, Pino Babbino, Salvatore Abbruzzo e Francesco Gualtieri. Nel corso della riunione gli ultimi due chiedevano a Falcone di poter essere ammessi all'interno del suo gruppo criminale portando in dote le poche estorsioni che venivano riscosse dal gruppo Catarisano all'interno del quale i due militavano. Nonostante la diffidenza manifestata da Pino Babbino nei confronti di Salvatore Abbruzzo e Francesco Gualtieri, Massimiliano Falcone permetteva l'ingresso all'interno del suo gruppo».

 

La finta resa del gruppo Catarisano 

A chiudere il cerchio le dichiarazioni rese dalla moglie di Massimiliano Falcone, Angela Gallelli, secondo la quale i due quella domenica avevano raggiunto il villaggio Lagomar. «La donna precisava che al suo arrivo il marito era uscito con altri due amici Abbruzzo e Gualtieri, non nuovi ad andare a trovarlo presso il luogo della latitanza riferendo ancora che i medesimi si fossero prestati in questo periodo a fare da intermediari tra Falcone e la moglie, portando messaggi o cambi di biancheria».

Luana Costa

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