Luce su un duplice omicidio nel Catanzarese. Il movente legato alla faida tra clan

FOTO | Due arresti per l'assasinio di Massimiliano Falcone e di Davide Iannoccari avvenuto nel 2006 e maturato nell'ambito della guerra che vedeva contrapposte due opposte famiglie di 'ndrangheta di Roccelletta di Borgia facenti capo al gruppo Catarisano e a quello dei Cossari-Falcone

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di L. C.
8 luglio 2019
14:50

I carabinieri del Repartooperativo del Comando provinciale di Catanzaro hanno dato esecuzione oggi ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della locale Procura della Repubblica  nei confronti di Salvatore Abbruzzo di 42 anni e Francesco Gualtieri di 39 anni entrambi accusati di essere i presunti autori del duplice efferato omicidio di Massimiliano Falcone di 45 anni e di Davide Iannoccari di 37 anni, avvenuto il 20 novembre 2006, nel Catanzarese.

 


Le indagini sono state coordinate dal procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, dal procuratore daggiunto, Vincenzo Luberto, e dal sostituto procuratore, Debora Rizza e hanno consentito di ricostruire l’uccisione avvenuta nel territorio del comune di Taverna con l’esplosione di numerosi colpi di arma da fuoco nei confronti delle due vittime. Gli autori del duplice omicidio spostarono successivamente i cadaveri nelle campagne di Sorbo San Basile con l’intento di distruggerli dandoli alle fiamme.

 

Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, il movente del grave fatto di sangue sarebbe da ricondurre alla faida tra esponenti di gruppi criminali ‘ndranghetisti attivi nel comune di Roccelletta di Borgia e aree vicine, facenti capo al gruppo Catarisano e a quello dei Cossari-Falcone, allora in contrapposizione per l’esclusiva affermazione sul territorio di riferimento. L’attività investigativa svolta dal Comando Provinciale di Catanzaro ha permesso di riscontrare con numerosi elementi le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. I soggetti raggiunti dal provvedimento restrittivo si trovano già in carcere poiché coinvolti nell’ambito dell’operazione denominata Jonny, in relazione alla quale, lo scorso 18 giugno, hanno riportato entrambi la condanna, emessa dal Tribunale di Catanzaro, alla pena di 12 anni di reclusione per il reato di  associazione di tipo mafioso.

 

l.c.

Giornalista
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