Dalla consulenza balistica è emerso che sarebbero state usate due armi diverse, risparmiato il cagnolino della donna. Secondo la Dda la vittima sarebbe stata attirata in una trappola da Francesco Adduci
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Nuovi dettagli emergono nel processo sul duplice omicidio di Maurizio Scorza e della sua fidanzata Elena Hedhli, consumatosi la sera del 4 aprile del 2022 tra Cassano Ionio e una contrada situata nel comune di Castrovillari. Due killer presumibilmente sul luogo del delitto e il cagnolino della donna risparmiato dai colpi che hanno ucciso i due. Di questo si è parlato nell'udienza che si è tenuta oggi in Corte d’Assise a Cosenza, presieduta dal presidente Paola Lucente (giudice a latere Marco Bilotta). Ma nella seduta processuale è emerso anche altro.
La Dda di Catanzaro, rappresentata in udienza dal pubblico ministero Alessandro Riello, ritiene che Francesco Adduci (arrestato a novembre scorso) abbia attirato in una trappola Maurizio Scorza, detto il "Cacaglio". Nel podere dell’imputato c’erano probabilmente i killer, che attendevano l’uomo con diversi precedenti penali. Scorza, verosimilmente, andò da Adduci a comprare un capretto, visto il periodo pasquale. Poi, insieme alla fidanzata, “incontrò” la morte. I carabinieri e l’Antimafia di Catanzaro sostengono che il tutto sia avvenuto dentro il terreno di proprietà di Adduci, conosciuto a Cassano anche come “Franchino“. Per la difesa, invece, non ci sono elementi per sostenere questa tesi. Continua a leggere su Cosenzachannel.it